Spina etrusca era un grande porto del Mediterraneo

L’allestimento al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara testimonia lo stile di vita raffinato e cosmopolita del più celebre sito dell’Etruria padana

Corredo funebre con vasi e altri oggetti nella mostra a Ferrara
Valeria Tassinari |  | Ferrara

Seconda tappa del progetto «Spina 100», un’articolata serie di eventi e esposizioni ideati per celebrare il centenario della scoperta della necropoli dell’antica città sorta sul delta del Po, la mostra «Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo» apre il 22 dicembre nel rinascimentale Palazzo Costabili, sede del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (fino al 23 aprile). L’attesa esposizione, che in seguito si sposterà al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, rappresenta il culmine del processo di studio e restituzione al pubblico dell’importante vicenda del più celebre sito dell’Etruria Padana, snodo fondamentale nella rete di contatti culturali e traffici commerciali che connetteva le principali città del Mediterraneo.

Nel grande porto sull’Adriatico in età arcaica e classica confluivano manufatti pregiati, materie prime, persone tanto che, nel V secolo a. C., il dialogo con Atene e i principali centri della Grecia antica era divenuto risorsa e modello per uno stile di vita raffinato e cosmopolita. Uno splendore testimoniato dalla qualità dei reperti e dalla ricchezza dei corredi funerari, e puntualmente restituito integrando il patrimonio ferrarese con importanti prestiti dai principali musei archeologici italiani e dal Metropolitan Museum of Art di New York, in un percorso espositivo che si arricchisce della suggestione di paesaggi deltizi e narrazioni, ricostruiti grazie alle nuove tecnologie, ampiamente impiegate nell’allestimento.

Imponente la rete di collaborazioni che hanno reso possibile l’evento, dalla Direzione generale Musei, che ha promosso l’iniziativa con la Direzione regionale Musei Emilia-Romagna e il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e per le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con la partecipazione di Regione Emilia-Romagna, delle amministrazioni comunali di Ferrara e Comacchio e delle Università degli Studi di Ferrara, Bologna e Zurigo.

Affiancano la mostra un intenso programma di conferenze, e un dinamico sito web, concepito come piattaforma informativa e divulgativa rivolta a un ampio pubblico, compreso quello dei giovanissimi, ai quali si rivolgono in particolare gli «Spinatellers», giovani archeologi della Laurea Magistrale «Applied Critical Archaeology and Heritage» e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, che tra podcast e interviste elaborano la loro esperienza restituendo attualità e immediatezza alla riflessione sulle dinamiche che da millenni intrecciano i destini dei popoli sulle rotte del «mare nostrum».

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