A Tell el-Amarna scoperti tre monili in oro

Sul sito dell’antica città di Akhetaton lavora da una quarantina d’anni una missione anglo-egiziana

Uno dei tre monili rinvenuti a Tell el-Amarna
Francesco Tiradritti |

Piccolo ma importante ritrovamento a Tell el-Amarna (Medio Egitto) effettuato dalla missione anglo-egiziana attiva sul sito sin dagli anni Ottanta. Nella località sorgeva un tempo Akhet-Aton, la capitale costruita ex-novo dal faraone Akhenaton al seguito della riforma religiosa centrata sull’adorazione esclusiva del Disco solare (Aton) assurto al ruolo di divinità.

Dal 2010 le ricerche archeologiche si sono concentrate sull’area della Necropoli settentrionale in cui prevalgono inumazioni caratterizzate da corredi funerari modesti. Eccezionale appare perciò il ritrovamento appena annunciato di una sepoltura al cui interno sono stati rinvenuti tre monili d’oro: una collana con pendenti a goccia e due anelli. Uno di questi ha un castone girevole ottenuto riadattando un oggetto in fayence su cui era menzionata una delle figlie di Akhenaton.
Uno dei tre monili rinvenuti a Tell el-Amarna
Rimangono oggi le tracce della terminazione femminile del nome e del titolo «Figlia del Signore delle Due Terre», equivalente a principessa. Non è raro trovare amuleti con soltanto uno dei titoli del sovrano che si riteneva possedessero un grandissimo influsso apotropaico mutuato dal potere illimitato che veniva attribuito al monarca. Più interessante ancora è il secondo anello sul cui castone è incisa l’immagine di Bes con un arco nella mano sinistra.

Il dio deforme, una versione caricaturale del Sole, era ritenuto possedere valenze benefiche nel propiziare la fertilità femminile e nel proteggere la madre e i bambini. Sono numerosi gli oggetti su cui compaiono Bes o altre divinità popolari ritrovati nel corso delle ricerche ad Akhetaton, ma si ha sempre la tendenza a non parlarne per non scalfire una preconcetta esclusività attribuita al culto dedicato al Disco solare. Il recente ritrovamento ribadisce invece ancora di più che tale concetto aveva valore soltanto a livello ufficiale, mentre la gente comune continuava a rivolgersi ai cosiddetti «dei minori» in una venerazione più vicina alla superstizione che al culto propugnato con veemenza da Akhenaton.

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