Il Peloponnesiaco Morosini, ammiraglio e doge

Per i 400 anni dalla nascita viene pubblicato un volume che raccoglie gli atti del convegno di studi promosso dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini

Un particolare del «Trionfo di Francesco Morosini» di Alessandro Piazza, Padova, Fondazione Cariparo
Carolina Trupiano Kowalczyk |

In onore di Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco (1619-94), ammiraglio, diplomatico e infine doge; promotore delle arti, feste e spettacoli, in quanto elogiativi della conquista, e buon governo, viene pubblicato il volume che raccoglie gli atti del convegno di studi (nel 2019) promosso per i 400 anni dalla sua nascita, dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini.

La figura del condottiero viene presentata attraverso novità e approfondimenti che ne indagano il ruolo di orchestratore nelle dinamiche politiche, economiche e artistiche della Serenissima tramite un’efficace strategia autocelebrativa che fece dell’esaltazione del personaggio la chiave per la persuasione dei cittadini, e permise il mantenimento del suo primato sul Mediterraneo per tutto il Seicento.

Furono le «estraordinarie feste» e il «continuo trattenimento» delle stagioni teatrali con gli allestimenti barocchi, la promozione di attività editoriali, scultoree e architettoniche, a moderare l’impatto, altissimo, dello sforzo bellico in Candia, e più tardi in Morea, che costarono una fortuna alle casse dello Stato, ma permisero di arrestare l’avanzata turca in Europa e rinsaldare i legami con la Grecia e l’Oriente.

È il momento in cui vengono rinvigoriti i legami tra il patriziato; il poemetto di Marco Boschini dona ad Almerigo d’Este (morto a Paros in soccorso a Morosini) un’aura cavalleresca in quanto depositario di virtù cristiane e patriottiche; le reliquie e opere d’arte provenienti da Candia subiscono una «traslatio», entrando nella ritualità cittadina con tradizioni tuttora vive, come la celebrazione dell’icona della Mesopanditissa a Santa Maria della Salute. Fiorisce la produzione letteraria, con il focus su suor Isabella Piccini, prolifica artista dal geniale tratto creativo. Si scoprono le dinamiche che condussero il Senato a commissionare a Filippo Parodi nel 1687 il busto in bronzo per l’armeria di Palazzo Ducale e le circostanze dell’abbandono dei progetti di Antonio Gaspari per il monumento funebre del Morosini.

Il doge ha il primato di aver reso cultuale la sua immagine con una campagna capillare, paragonabile solo a quella napoleonica; superando di gran lunga le aspirazioni dei contemporanei metodi di marketing (nella foto, «Trionfo di Francesco Morosini» di Alessandro Piazza, Padova, Fondazione Cariparo). Ripercorrendone ogni tappa, il volume mostra come la grandezza dello spirito di questo eroe veneziano potè mantenere alte le sorti del leone marciano, che solo con la sua morte iniziò a declinare. 

La «splendida» Venezia di Francesco Morosini (1619-1694): cerimoniali, arti, cultura,
a cura di Matteo Casini, Simone Guerriero, Vincenzo Mancini, 320 pp., ill, Marsilio, Venezia 2022, € 25

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