Amer, femminista anche se dedita al cucito

Al Mucem la prima retrospettiva francese dell’artista egiziana, il cui percorso artistico è in sintonia con l’impegno sociale portato avanti dal museo

«Self Portrait in Blue and Yellow» (2014), di Ghada Amer. © Ghada Amer. Foto: Christopher Burke Studios
Luana De Micco |  | Marsiglia

L’artista egiziana Ghada Amer, alla quale il Macro di Roma aveva già dedicato una personale nel 2007, seguita, l’anno dopo, da una retrospettiva al Brooklyn Museum di New York, è ora al centro della prima monografica in Francia, al Mucem di Marsiglia, dal 2 dicembre al 16 aprile (cfr. «Il Giornale dell’Economia», p. 69) «C’era una vera lacuna storiografica da colmare», ha spiegato la curatrice Hélia Paukner.

Ghada Amer, nata al Cairo nel 1963, aveva infatti raggiunto la Francia con i suoi genitori nel 1974. Nizza, dove ha studiato all’Accademia di Belle Arti della Villa Arson, e Parigi sono diventate le sue città di adozione. Oggi l’artista vive e lavora a New York, dove si è trasferita nel 1996. Ma nel 2021 ha ottenuto la nazionalità francese. Ghada Amer ha partecipato anche a due edizioni della Biennale di Venezia, nel 1999, quando ha ricevuto il premio Unesco, e nel 2005. «Il Mucem intende rimediare a questa mancanza, ha aggiunto la curatrice. Il percorso mediterraneo e internazionale di Ghada Amer risponde perfettamente al progetto scientifico e culturale del museo, così come al suo impegno sociale».

Il museo marsigliese allestisce dunque 36 opere, di cui alcune presentate al pubblico per la prima volta. Ceramiche, pitture, installazioni, video, fotografie e una selezione di tele ricamate: Ghada Amer, che sperimenta diversi supporti, utilizza anche la tecnica tradizionale del cucito, che si trasforma in lei in strumento di espressione artistica.

È una mostra in tre tappe. Oltre alla retrospettiva del Mucem, e nelle stesse date, il Frac di Marsiglia propone un percorso sul tema del corpo della donna, ispirato all’impegno femminista dell’artista, tra sensualità e discriminazioni sessiste, mentre alla cappella del Centre de la Vieille Charité è riunita una selezione di sculture, in resina e bronzo, tecnica a cui l’artista ha cominciato a interessarsi dal 2010.

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