I Bachelot, coniugi-collezionisti di fotografia

L’antologica a Villa Medici dalla raccolta di Florence e Damien, con 150 scatti, esplora tutto il XX secolo ma sconfina anche nella contemporaneità

«Manifestation des catholiques-Londonderry, lrlande du Nord. Août 1969», di Gilles Caron. © Gilles Caron. Cortesia della Fondation Gilles Caron
Arianna Antoniutti |  | Roma

Fino al 15 gennaio a Villa Medici-Accademia di Francia la mostra «Collection: 150 photographies de la collection Bachelot» racconta un secolo di storia della fotografia. Le immagini, raccolte negli anni da Florence e Damien Bachelot, sono parte di una delle più importanti collezioni private francesi che conta oltre mille fotografie, di cui molte stampe vintage, edizioni limitate e rare.

Nata all’inizio del 2000, la collezione è dedicata in particolare alla fotografia umanista, sociale e documentaria del XX secolo, ma comprende anche immagini della contemporaneità. Nella mostra, curata da Sam Stourdzé, direttore di Villa Medici, si trovano scatti di Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau e Willy Ronis, interpreti della fotografia francese umanista, ma anche volti e scenari metropolitani di Robert Frank, Dave Heath e Helen Levitt, che rappresentano la vivida immediatezza della fotografia di strada americana.

Di sala in sala, scorrono i grandi interpreti della fotografia del ’900: i quartieri parigini di Brassaï, i bambini di Sabine Weiss, la poesia di Mario Giacomelli e la nascita del reportage moderno di Gilles Caron. Scenografico l’allestimento della scalinata con il nucleo di 40 immagini di Saul Leiter che racconta New York a colori con una grande maestria nella costruzione dell’immagine.

Infine, le più recenti tendenze della fotografia contemporanea con opere di Luc Delahaye, Mohamed Bourouissa, Véronique Ellena e Laura Henno, alla quale, nell’antica cisterna di Villa Medici, sono dedicati un focus di alcune immagini e un video toccante. A corredo della mostra è un catalogo, pubblicato da Maison Cf, con testi inediti dello storico della fotografia Michel Poivert e un’intervista-dialogo fra Florence e Damien Bachelot con Sam Stourdzé.

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