Al Bagatti Valsecchi la collezione Gastaldi Rotelli

L’antologica di una raccolta privata che diventerà museo apre la stagione dell’istituzione milanese

Veduta dell’allestimento della mostea al Bagatti Valsecchi nella Camera Rossa
Ada Masoero |  | Milano

Il Museo Bagatti Valsecchi di Milano, fascinosa casa-museo nel cuore di Milano creata nel tardo ’800 dai fratelli collezionisti Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi a immagine di una dimora nobiliare rinascimentale, inaugura la sua nuova stagione con la mostra «La seduzione del bello. Capolavori segreti tra ’600 e ’700» (fino al 12 marzo 2023), curata dal conservatore del museo, Antonio D’Amico, che con Maria Silvia Proni, curatrice della raccolta, ha selezionato un nucleo di opere della collezione Gastaldi Rotelli (famiglia leader nella sanità privata), in una sorta di anticipazione del museo che Gilda Gastaldi, dopo la scomparsa del marito e compagno nell’avventura collezionistica Giuseppe Rotelli, ha in animo di creare.

Nell’allestimento, rigoroso e prezioso, di Alessia Garibaldi (Garibaldi Architects), i 50 dipinti del ’600 e ’700 entrano in dialogo con le opere d’arte e gli oggetti del Rinascimento riuniti dai fondatori, prolungando così l’orizzonte temporale della collezione permanente.

Distribuite in tutte le sale del museo (oltre allo spogliatoio di Giuseppe Bagatti Valsecchi, aperto per quest’occasione, dove, in vista del Natale, sono esposte opere sulla maternità divina) e divise per temi, sfilano in mostra opere («scelte solo per passione, e mai per il nome dell’autore», puntualizza Gilda Gastaldi) di Giulio Cesare Procaccini, che con lo splendido «San Sebastiano» accoglie i visitatori oltre il tendaggio d’ingresso color oro, insieme ai dipinti, altrettanto potenti, di Giuseppe Vermiglio e di Tanzio da Varallo, per introdurci poi all’estasi intensamente carnale della «Maddalena» di Francesco Cairo. 

Si prosegue con le opere di Bernardo Strozzi, Nicolas Régnier, Pietro della Vecchia, G.B. Langetti (nella Biblioteca), Alessandro Magnasco, poi di Paolo Porpora e del Crivellino (con i loro dipinti di tema «acquatico», nella suggestiva sala da bagno), del grande Giacomo Ceruti (gli incantevoli «Incontro al pozzo» e «Mamma con il bambino e la mucca», sorta di anticipazione, questa, delle «Due madri» di Segantini), e poi ancora di G.F. Cipper (il Todeschini) ed Eberhard Keilhau (Monsù Bernardo), i prediletti dalla collezionista per la loro attenzione partecipe alla realtà più minuta, fino a Michele Marieschi, Luca Carlevaris, Francesco Guardi, con le loro vedute e «capricci».

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