Talebani tolleranti: restaurano una sinagoga

Il progetto, che comprende il restauro del bagno ebraico, un tempo utilizzato principalmente dai residenti ebrei di Herat, è uno dei primi progetti di conservazione culturale ad avere il via libera nella provincia dal ritiro delle truppe statunitensi dal Paese

Lo spazio principale, a doppia altezza, dedito alla preghiera nella sinagoga di Yu Aw © Sarvy Geranpayeh
Sarvy Geranpayeh |  | Herat

Con il sostegno del Governo talebano, inizieranno questo mese i lavori per conservare una sinagoga storica e strutturalmente molto fragile a Herat, nell’Afghanistan occidentale. I funzionari locali e l’organizzazione responsabile dei lavori hanno confermato che la Sinagoga Yu Aw, sita nel quartiere Momandha della città vecchia, sarà sottoposta a 16 mesi di lavori per salvarla da un possibile crollo.

Il progetto, che comprende il restauro del bagno ebraico (noto come Hammam-e Mosaie), un tempo utilizzato principalmente dai residenti ebrei di Herat, è uno dei primi progetti di conservazione culturale ad avere il via libera nella provincia da quando i Talebani hanno assunto il potere in Afghanistan nel 2021, dopo il ritiro delle truppe statunitensi dal Paese.

«C’è molto interesse nel preservare e studiare le questioni legate alla cultura e alla storia. Vogliamo dimostrare che siamo tolleranti e accettanti gli uni verso gli altri, che cerchiamo la pace e che non siamo estremisti», ci spiega Zalmay Safa, responsabile del Dipartimento di Herat per la salvaguardia dei monumenti storici.

Safa, che ricopriva la stessa posizione sotto il precedente Governo, afferma che le indicazioni fornite dai funzionari governativi sono state quelle di continuare a salvaguardare i siti storici e culturali e che da parte loro non ci sarebbe stata alcuna interferenza. «Si tratta di un sito culturale e storico, non utilizzato come luogo di culto, e l’Amministrazione locale ne sosterrà la conservazione, afferma Safa. Nonostante il cambio di Governo, i nostri siti storici rimangono protetti e non sono in alcun modo collegati a questioni religiose».

La comunità ebraica ha lasciato Herat negli anni ’70 e le strutture che un tempo erano il simbolo della loro vivace vita in città sono state abbandonate. Non molto tempo dopo la loro emigrazione, Herat ha dovuto affrontare decenni di guerre, saccheggi e distruzioni, che hanno colpito i numerosi monumenti storici della città, molti dei quali risalgono al periodo in cui era la capitale dell’impero timuride (XIV-XV secolo).

La sinagoga Yu Aw (una struttura dell’inizio del XX secolo nella sua forma attuale, ma si pensa sia stata costruita molto probabilmente nel XIX secolo), l’hammam, un cimitero e altre tre sinagoghe della stessa epoca, sono alcuni degli ultimi ricordi fisici della presenza di residenti ebrei a Herat. Questa tolleranza verso il patrimonio culturale di altre religioni è già provata dal restauro in corso della stupa buddhista di Shewaki con il benestare del Ministero talebano della Cultura di Kabul.

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