Apa/rt: dall’archeologia ai giorni nostri

Alla Promotrice di Belle Arti si respira un clima internazionale in cui la storia fa da grande trait d’union per costruire una narrazione di bellezza

Cammello accovacciato realizzato in terracotta recante tracce di policromia proveniente dalla Cina (386-581)
Monica Trigona |  | Torino

Sono una quarantina le gallerie che quest’anno prendono parte ad Apa/rt che sino a domenica 6 novembre si svolge negli ariosi ambienti della Promotrice delle Belle Arti di Torino. Giunta alla sua sesta edizione, la fiera accoglie opere d’arte antica per arrivare sino ai giorni nostri toccando geografie d’origine diverse, dall’Europa all’Asia ed all’Africa.

Organizzata dall’Associazione Piemontese Antiquari A.P.A, di cui è presidente Aldo Ajassa, direttore dell’omonima galleria, la kermesse quest’anno vanta tra gli stand degli espositori dipinti appartenenti ad epoche diverse di grande interesse storico artistico.

Tra le altre, si ricordano «Ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia» dell’abile ritrattista fiammingo Adriaen Thomasz Key (1544-1589) alla galleria Bertola, «Adolescenza», datato 1935, dello scrittore ed artista Carlo Levi da Chiale Fine Art, «Cena in Emmaus» del talentuoso veneziano Simone Brentana (1654-1742) da Savio Antiquariato, «Madonna con Bambino», tavola riportata su tela, di Mariotto Albertinelli (1474-1515) (noto, tra l’altro per la sua «Visitazione» agli Uffizi) da Malomi Art, «San Bartolomeo», olio su tavola della scuola del Crespi, di fine secolo XVI-inizi XVII alla galleria Laura Rocca, «Paesaggio campestre», coppia di dipinti, di Vittorio Amedeo Cignaroli (1730-1800) da Antichità Fratelli Macrì, ma  anche i più recenti «Il porto di Genova» del 1886, tavola di Lorenzo Delleani alla galleria il Portico e «Rosamunda» del 1914 del torinese Pietro Antonio Gariazzo da Novarino Fine Art.
«Porto di Genova» di Lorenzo Delleani
Presso lo spazio di Laura Rocca inoltre troviamo un dipinto neoclassico realizzato tra fine XVIII e inizi XIX secolo ancora oggetto di studio. È un particolare ritratto femminile, forse una giovane sposa, che reca dei fiori d’arancio nel suo bouquet ed è resa con una raffinatezza introspettiva sorprendente. Sullo sfondo regna un affascinante paesaggio del nord della Francia.
Dipinto realizzato tra fine XVIII e inizi XIX da Laura Rocca
La gallerista torinese tiene a sottolineare che la fiera non espone solo pezzi museali ma anche opere di prim’ordine accessibili a molti e aggiunge: «Non bisogna pensare solo ad esemplari da ammirare nelle vetrine istituzionali ma anche ad arte, tra mobili, oggetti e pregevoli manufatti, che hanno un gran valore culturale e che hanno fatto la storia. Questi lavori possono entrare nelle case di estimatori senza necessariamente svuotarne le tasche».

Si ricordano ancora la preziosa figura di Cristo in legno policromo di Pietro Bussolo (1460-1525) da B&Facchini, l’antica testa buddhista, stucco dipinto di origine cinese, dinastia Ming, secolo XVI-XVII da Ajassa e il delizioso tavolino in legno di noce dei primi Novecento di Emile Gallè da Alessandro Macrì Liberty e Decò.

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