I due levrieri che guardano Tiepolo alla Pinacoteca Agnelli

Un progetto di Simon Starling, più mostre, installazioni e performance sulla Pista del Lingotto

«Pedigree English Greyhound, Valldemossa dell’Attimo Fuggente (Vera) photographed at Four Studios, Mirafiori Car Plant, Turin, 2019» di Simon Starling. Cortesia dell’artista e Galleria Franco Noero, Torino
Jenny Dogliani |  | Torino

Opera di uno dei massimi pittori rococò, l’«Alabardiere in un paesaggio» della Collezione Agnelli è la parte laterale staccata dalla monumentale tela «Mosè salvato dalle acque», realizzata nel 1736-38 da Giambattista Tiepolo per il Palazzo Corner della Regina, oggi conservata alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. La parte «mancante» del dipinto, insieme alla porzione custodita a Torino, è il punto di partenza del progetto di Simon Starling ideato per la seconda edizione di «Beyond the Collection», nella Pinacoteca Agnelli dal 2 novembre al 5 febbraio.

L’artista inglese ha realizzato una serie di fotografie, sculture e installazioni partendo dal taglio dell’opera, simbolica cesura che separa il mondo dalla sua rappresentazione e l’artista dall’opera e dal suo destino. La mostra riprende un progetto che Starling ha ideato per Franco Noero nel 2019, dove le peripezie legate alla vicenda conservativa del quadro e la nobile raffinatezza dei soggetti e artificiosità della composizione erano messe in relazione con una Fiat 125 Special «total blu», una delle auto preferite di Gianni Agnelli.

Tra i lavori di Starling in mostra, in dialogo con opere di Tiepolo in prestito da vari musei, uno scatto con due levrieri immersi in un’abbagliante luce bianca, un limbo dove vaga il medesimo soggetto dipinto da Tiepolo. È solo uno degli appuntamenti autunnali della Pinacoteca, dove fino al 15 gennaio prosegue la personale dell’artista ginevrina Sylvie Fleury, con opere talvolta minimaliste talvolta pop, come una pistola/asciugacapelli e un paio di manette dorate marchiate Gucci, scandite in un percorso immersivo per interrogarsi sui demoni che incombono sul sistema dell’arte contemporanea: feticismo, potere, mercato.

Alla mostra è dedicata una pubblicazione speciale sotto forma di rivista edita da Corraini, lanciata durante l’art week. Dal 2 novembre anche quattro nuove installazioni nel percorso a cielo aperto sulla Pista 500: un’area di sosta di Liam Gillick, una segnaletica stradale di Marco Giordano, un billboard con fotografia di Nan Goldin e un’insegna dei Superflex.

Sulla Pista 500, infine, dal 3 al 6 novembre, ogni sera al tramonto la performance «All Fours» di Nina Beier e Bob Kil che mette in luce: «il modo in cui il potere, nella sua auto-narrazione, si impossessa di immaginari a lui estranei per sfruttarli a suo favore. Nel lavoro presentato il leone di marmo, uno dei simboli di autorità più riconoscibili nella storia del monumento. I cinque leoni sulla Pista 500 corrispondono a cinque performer che svolgono una lenta coreografia in cui il branco viene restituito a una dimensione selvatica e straniante: le performer sembrano cavalcare i leoni, ma anche identificarsi con loro. Con la performance All Fours Beier, insieme alla coreografa Bob Kil, sembra chiedersi cosa dovremmo farne di questi monumenti, quando non ci riconosciamo più nel potere che rappresentano. La scelta di performare al tramonto evidenzia ancora di più un momento di transizione epocale tra vecchie e nuove simbologie», conclude Lucrezia Calabrò Visconti, Responsabile Dipartimento curatoriale della Pinacoteca Agnelli.

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