Avevate già volato su Machu Picchu?

Nella terza tappa, al Mudec di Milano, di una mostra internazionale itinerante, oltre 190 pezzi raccontano ricchezza, spiritualità e ambiente naturale delle civiltà dell’antico Perù

Orecchino decorato con figure di lucertole, oro e  crisocolla (o turchese?), cultura Moche (100-800 d.C.)
Antonio Aimi |  | Milano

L’8 ottobre si inaugura al Mudec «Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù», tappa italiana aperta fino al 19 febbraio di una mostra itinerante organizzata dalla società World Heritage Exhibitions, che dopo aver debuttato al Boca Raton Museum of Art (Florida), ha fatto tappa a Parigi.

«Con questa iniziativa abbiamo voluto dare l’opportunità di scoprire e riscoprire le bellezze delle civiltà dell’antico Perù, hanno dichiarato le due curatrici della mostra, Carole Fraresso, ricercatrice associata del Museo Larco di Lima, e Ulla Holmquist, direttrice dello stesso museo. Abbiamo messo in evidenza che le loro radici storiche e culturali invitano a riflettere sulle problematiche delle nostre società contemporanee: la ricchezza e la sua ostentazione, il rapporto col sacro e la spiritualità e il rapporto delle donne e degli uomini con l’ambiente naturale».

La mostra al Mudec dà anche la possibilità di fare un viaggio nel tempo e nello spazio, consentendo di immergersi nelle regioni che caratterizzavano e ancora caratterizzano il Perù: la Costa, la Sierra, la Ceja de Selva, le tre subaree ecologiche e culturali che hanno distinto e qualificato tutte le culture dell’antico Perù.

Visitando la mostra, pertanto, si compie un viaggio che porta dai deserti della Costa ai rilievi dell’Amazzonia, passando per le valli e gli altopiani delle Ande, accompagnati da una guida d’eccezione, Ai Apaec, divinità di una delle culture più affascinanti dell’area peruviana: quella Moche.

Questa scelta non è una forzatura, perché il dio condivideva, in parte, diversi aspetti delle più importanti divinità delle altre culture del Perù preispanico. Attraverso Ai Apaec nella mostra si presentano le culture (Chavín, Cupisnique, Moche, Nasca, Chancay, Lambayeque, Huari, Inca) che per circa tremila anni hanno caratterizzato l’area peruviana.

Parallelamente, sono presi in esame anche i rituali che garantivano l’equilibrio del cosmo e le categorie (la dualità, il rapporto alto/basso, il legame con gli antenati e con gli alter ego ecc.) che hanno forgiato il modo di pensare delle donne e degli uomini del mondo presentato in mostra.

Il percorso si snoda in sale tematiche e attraverso una particolare «sala immersiva» che offre una simulazione di volo sulla città inca di Machu Picchu, famosa in tutto il mondo per la sua affascinante collocazione. Complessivamente, sono riuniti oltre 190 pezzi, provenienti quasi interamente dal Museo Larco di Lima, che nel corso del tempo il presidente Andrés Álvarez Calderón Larco e i vari direttori hanno reso uno dei più belli del Perù.

Molti sono i reperti di grande importanza dal punto di vista archeologico e artistico e alcuni di questi sono esposti per la prima volta al di fuori del Paese. Sono oggetti in oro, argento e rame dorato, terrecotte, sculture, tessuti, collane, pettorali e ornamenti vari.

Anche se le tipologie di maggiore richiamo sono quelle che presentano reperti in oro e quelle con scene erotiche, è doveroso invitare gli appassionati di archeologia a soffermarsi sulla bottiglia in terracotta con la cerimonia del Sacrificio, che ha consentito di capire oltre «la barriera del significato» il rituale più importante della cultura Moche, ricostruito in modo soddisfacente solo dopo le eccezionali scoperte di Sipán.

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