L’espressionismo «mediterraneo» di Mantelli

Le xilografie del maestro genovese dialogano nell’allestimento delle Sale Agello con fogli di Adolfo De Carolis, Lorenzo Viani, Max Beckmann, Ernst Ludwig Kirchner e altri

«Reticolati» (1916-17 ca), di Emilio Mantelli. Genova, Collezione Gabinetto di Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, Musei di Strada Nuova
Ada Masoero |  | Crema (Cr)

Nato a Genova nel 1884, scomparso a 34 anni soltanto nel 1918, Emilio Mantelli, xilografo di grande maestria e inventiva, conobbe una notorietà fugace, anche per la brevità della sua vita, per poi finire nuovamente nell’oblio.

La mostra curata da Edoardo Fontana «Una bizzarra bellezza. Emilio Mantelli e la grafica europea», prodotta dal Museo Civico di Crema e del Cremasco e ospitata nelle Sale Agello dal 22 ottobre all’11 dicembre, presenta una ricognizione della sua biografia (dopo l’alunnato alla Scuola del Nudo di Giovanni Fattori, a Firenze, soggiornò a Parigi e solo dal 1911, rientrato in Italia, prese a incidere il legno) e della sua figura d’artista, inserendola nel contesto dell’incisione italiana e internazionale del suo tempo.

La rassegna, preceduta da studi e indagini su documenti originali, esibisce, oltre a prove di stampa da lui annotate, opere (alcune mai esposte prima) prestate dal Gabinetto di Disegni e Stampe di Palazzo Rosso di Genova e da altre collezioni pubbliche e private, che documentano la cruda efficacia del suo tratto.

Qui sono messe a confronto con lavori d’incisori italiani come Adolfo De Carolis, Lorenzo Viani, Arturo Martini, Moses Levy e altri, ed europei di area espressionista, come i tedeschi Karl Schmidt-Rottluff, Max Beckmann, Max Pechstein, Ernst Ludwig Kirchner, o i secessionisti austriaci Egon Schiele e Koloman Moser o, ancora, autori di ambito fiammingo come Frans Masereel ed Edgard Tytgat.

Accanto alle loro opere, le xilografie di Mantelli mostrano un aspro ma raffinato espressionismo «mediterraneo», su cui s’innestano modi déco, in un dialogo felice con le esperienze internazionali. La mostra rappresenta anche l’occasione per la schedatura dell’intera opera grafica dell’artista, pubblicata nel catalogo della mostra, edito dal Museo stesso.

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