Le smaterializzazioni di Pablo e Julio

La rassegna della Fundación Mapfre incentrata sul sodalizio di Picasso con González

«Madre con niño muerto (II)» (1937), di Pablo Picasso. Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía. © Sucesión Pablo Picasso. VEGAP, Madrid, 2022
Roberta Bosco |  | Madrid

La Fundación Mapfre si porta avanti nella commemorazione del 50mo anniversario della morte di Picasso (8 aprile 1973) con la mostra «Julio González, Pablo Picasso e la smaterializzazione della scultura», che inaugura nella sua sede madrilena il 23 settembre.

La rassegna rappresenta il contributo postumo del compianto Tomàs Llorens, scomparso il 10 giugno 2021 e il cui testimone è stato raccolto dal figlio Boye Llorens Peters. Sotto la lente è la collaborazione tra i due artisti nel periodo 1928-32, quando Picasso chiese aiuto all’amico González per realizzare un monumento funebre a Guillaume Apollinaire.

Ne risultò un’opera tradizionalmente considerata il simbolo dell’ingresso dell’astrazione nella scultura, laddove la rassegna madrilena intende dimostrare che non si trattò di un fatto isolato bensì della conseguenza di un processo che «rispondeva a un impulso di trasparenza e smaterializzazione presenti, in modi diversi, nella creazione artistica a cavallo tra gli anni ’20 e ’30», argomentava Llorens.

L’amicizia tra González e Picasso e il futuro delle rispettive carriere nasce nel clima artistico della Barcellona tardomodernista, contesto che la mostra analizza alla luce delle affinità e delle preoccupazioni comuni.

Nel caso di González, questo lavoro congiunto dà vita a una serie di sculture smaterializzate, una linea creativa che, secondo Tomàs Llorens «gli permette di esaltare la fantasia e l’immaginazione come elementi chiave della sua personale poetica», mentre per Picasso è importante per apprendere le possibilità della forgiatura e della saldatura del ferro, nonché per realizzare alcune delle sculture più rilevanti del ’900, come «Donna in giardino», opera vincolata alla logica del collage cubista che si rifà all’idea della sfinge e alla tradizione funeraria arcaica.

L’accompagna «Piccola Montserrat spaventata» di González, simbolo della donna catalana, della sua resistenza, del suo dolore e della sua protesta davanti all’orrore e alla barbarie dei conflitti bellici dell’epoca: un tema che l’artista tratta nel corso di tutta la sua carriera, parallelamente alle donne piangenti di Picasso.

Il percorso espositivo, che comprende più di 170 opere, tra dipinti, sculture e disegni, si articola in otto sezioni e inizia cronologicamente dalla fine, con un capitolo che è anche un omaggio di Picasso all’amico Apollinaire scomparso il 27 marzo 1942, in piena occupazione tedesca di Parigi.

La mostra (fino all’8 gennaio) sarà il primo dei 50 eventi internazionali del programma ispano-francese «Celebración Picasso 1973-2023», culminante nell’autunno 2023 con il simposio che inaugurerà il nuovo Centre d’Études Picasso di Parigi.

© Riproduzione riservata
Calendario Mostre
Altri articoli di Roberta Bosco