L’archeologo egiziano Zahi Hawass chiede la restituzione di tre celebri tesori

L’ex ministro delle Antichità è di nuovo tornato alla carica annunciando una nuova offensiva per riportare in patria la Stele di Rosetta conservata al British Museum

La Stele di Rosetta esposta al British Museum di Londra © Victor R. Ruiz
Gareth Harris |

L’archeologo egiziano ed ex ministro delle Antichità Zahi Hawass è di nuovo tornato alla carica annunciando una nuova offensiva per riportare in patria la Stele di Rosetta conservata al British Museum.

Hawass ha dichiarato al quotidiano mediorientale «The National» che la Stele di Rosetta, la Testa della regina Nefertiti (attualmente al Neues Museum di Berlino) e lo Zodiaco di Dendera (conservato al Louvre) dovrebbero essere restituiti definitivamente all’Egitto.

La Stele di Rosetta (196 a.C.) fu trovata in Egitto da un ufficiale militare francese il 15 luglio 1799 a 7 km da Rosetta nel Delta. Due anni dopo fu sequestrata dalle forze britanniche ad Alessandria e spedita in Inghilterra. Nel 1802 la stele, un blocco di basalto nero sul quale era inciso un decreto in onore del faraone Tolomeo V Epifane redatto in geroglifico, demotico e in lingua greca e che ha consentito la decifrazione dei geroglifici, fu donata al British Museum.

La Testa di Nefertiti (1340 a.C. circa), scoperta dall’archeologo tedesco Ludwig Borchardt ad Amarna nel 1912, è conservata nel Neues Museum di Berlino. Lo Zodiaco invece, bassorilievo in arenaria con la mappa delle stelle (50 a.C.) e parte del soffitto del pronao della cappella dedicata a Osiride nel tempio di Hathor, fu scoperto a Dendera dall’archeologo francese Vivant Denon nel 1798. Nel 1822 fu rimosso e portato a Parigi per la Biblioteca nazionale francese, poi un secolo dopo, nel 1922, fu trasferito al Louvre.

Hawass ha dichiarato che intende lanciare una petizione «firmata da un gruppo di intellettuali egiziani» che inizierà a inviare ai musei europei coinvolti nel mese di ottobre. «Ritengo che questi tre oggetti siano unici e che la loro casa debba essere in Egitto», ha dichiarato ispirandosi all’ultima tendenza al rimpatrio di oggetti dai musei occidentali come i bronzi del Benin. Hawass, che in passato è stato ministro delle Antichità egiziano, lavora in modo indipendente. Già nel 2007 aveva chiesto il prestito dei tre tesori per l’ambizioso Gem (Grand Egyptian Museum) vicino alle piramidi, la cui apertura è prevista per la fine di quest’anno.

Nel 2019 ha rilanciato la sua campagna di restituzione chiedendo ai direttori dei Musei di Stato di Berlino, del British e del Louvre: «Come potete rifiutarvi di prestare al nuovo Grand Egyptian Museum se avete sottratto così tante antichità all’Egitto? Il Gem sarà il più grande e il migliore del mondo». Tutti e tre i musei hanno rifiutato le sue richieste di prestito.

Un portavoce del museo britannico ha dichiarato: «Al British Museum i visitatori possono vedere la Stele di Rosetta insieme ad altri monumenti dei templi faraonici anche nel contesto più ampio di altre culture antiche, comprese quelle di Roma, Atene e la Persia, consentendo al pubblico di esplorare questo vasto periodo di storia…, la Stele di Rosetta è a disposizione di tutto il pubblico interessato, sia nelle gallerie che su appuntamento per sostenere la ricerca accademica. Inoltre ci impegniamo con le persone di tutto il mondo attraverso il nostro sito web e le scansioni 3D degli oggetti sul nostro sito Sketch Fab che include anche la Stele di Rosetta». Proprio la Stele sarà esposta nella mostra «Hieroglyphs: unlocking ancient Egypt» in programma al British Museum dal 13 ottobre al 19 febbraio 2023.

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