Alla Menil Collection la surrealista Oppenheim

A Houston la prima retrospettiva nel continente americano da un quarto di secolo dedicata all’artista nota per le sue «fourrures»

«Quick, Quick, the Most Beautiful Vowel is Voiding» di Meret Oppenheim © Artists Rights Society (ARS), New York / Pro Litteris, Zurich
Viviana Bucarelli |  | Houston

Un giorno, a Parigi, dove si era trasferita per i suoi studi quando aveva appena 23 anni, Meret Oppenheim prendeva un caffè in compagnia di Pablo Picasso. Il suo braccialetto di pelliccia, da lei disegnato, attirò l’attenzione del grande maestro che si soffermò ad ammirarlo.

Così i due cominciarono ad immaginare ogni oggetto possibile ricoperto di pelliccia, persino la tazza, il piattino e il cucchiaino dinanzi a loro. Meret Oppenheim comprò i tre oggetti e li rivestì di pelliccia di gazzella: nacque «Object (Le Déjeuner en fourrure)», 1936 e fu un successo travolgente.

L’opera fu esposta alla successiva collettiva dei Surrealisti, il MoMA di New York la acquisì e la mise in esposizione facendone una delle opere più celebri della storia dell’arte. Combinava l’idea di un oggetto utile e pratico con la futilità e il lusso della pelliccia, metteva a contrasto in maniera sorprendente due materiali completamente diversi e due sensazioni opposte come il freddo della porcellana e del metallo e il morbido calore della pelliccia.

In poche parole, quel lavoro condensava con una squisitezza inaudita il Surrealismo che in quegli anni si affermava come uno dei movimenti più influenti sia in Europa che negli Stati Uniti. Altre opere geniali videro la luce quell’anno, una su tutte «Ma gouvernante, My Nurse–Mein Kindermädchen» del 1936.

Mentre alle due decadi successive, quando la Oppenheim ritornò in Svizzera, risalgono il dipinto «Daphne and Apollo (Daphne und Apollo)», 1943 e «The Green Spectator (Der grüne Zuschauer)», 1959, scultura di grandi proporzioni.

Ora la Menil Collection di Houston, fino al 18 settembre presenta, in collaborazione con il MoMA di New York e il Kunstmuseum di Berna, «Meret Oppenheim: My Exhibition», la prima retrospettiva dedicata all’artista nel continente americano da un quarto di secolo.

«La mostra comprende numerose opere mai esposte al pubblico negli Stati Uniti e noi non vediamo l’ora di presentare a una nuova generazione di visitatori amanti dell’arte l’opera di questa geniale artista» ha detto con entusiasmo Natalie Dupecher, co-curatrice della mostra.

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