I musei e l’aumento del costo della vita

Nel Regno Unito l’instabilità economica e il lievitare dei prezzi dell’energia minacciano molte istituzioni, ora che i finanziamenti di emergenza messi a disposizione durante la pandemia non sono più accessibili

Lo Strutt North Mill Museum nel Derbyshire chiuderà definitivamente a settembre per mancanza di fondi
Charlotte Jansen |  | Londra

Prima della pandemia Covid-19, lo Strutt North Mill Museum, una storica fabbrica tessile del XIX secolo situata nei pittoreschi Derwent Valley Mills (i mulini della valle del Derwent), Patrimonio dell’Umanità Unesco nel Derbyshire, attirava fino a 4mila visitatori all’anno.

Il piccolo museo ospita una collezione che comprende un mulo di filatura (una macchina utilizzata per filare il cotone) e una prima macchina meccanica per maglieria, oltre a oggetti e materiale di consumo come calze fatte a mano indossate da Re Giorgio III e dalla Regina Vittoria. L’istituzione conservava un pezzo importante della storia industriale della regione.

Ma nell’aprile di quest’anno lo Strutt ha annunciato che avrebbe chiuso definitivamente le porte al pubblico a settembre, dopo aver perso una sovvenzione di 50mila sterline da parte del Consiglio distrettuale dell’Amber Valley, nell’ambito del piano di riduzione del bilancio del Regno Unito introdotto dopo la pandemia.

John Layton presidente del Belper North Mill Trust ha dichiarato che il museo è «un punto di riferimento locale molto amato» ma che non è stato possibile ottenere ulteriori fondi pubblici perché l’edificio non è di loro proprietà. «Viviamo in tempi economicamente difficili e non c’è una soluzione facile», ha dichiarato Layton.

Senza fondi, il museo si trova in una situazione di stallo, non potendo investire nei miglioramenti necessari per incrementare il numero di visitatori e creare flussi di reddito più sicuri e meno dipendenti dalle sovvenzioni. Un deputato laburista del Consiglio distrettuale dell’Amber Valley ha definito la chiusura «un insulto alla popolazione locale passata e presente, il cui patrimonio e la cui cultura erano celebrati nel museo».

Lo Strutt North Mill Museum è uno dei tanti musei e siti culturali regionali del Regno Unito che hanno avuto difficoltà durante la pandemia, quando le chiusure nazionali sono avvenute durante l’alta stagione tra Pasqua e settembre, periodo in cui i siti culturali prevedono di guadagnare il 70% del loro fatturato annuale. Secondo Heritage Alliance, negli ultimi due anni alcuni enti di beneficenza hanno visto diminuire le entrate non derivanti da sovvenzioni fino al 90%.

Il futuro rimane incerto
Sebbene molti siti culturali abbiano riaperto i battenti, ora ci sono nuove sfide da affrontare: l’impatto dell’attuale aumento del costo della vita, la perdita di personale e di impegno da parte del pubblico e l’aumento dei prezzi del carburante e dell’energia sono ancora incerti e il futuro per molti non è chiaro.

Anne Young, direttore della strategia e dell’innovazione dell’Heritage Fund, uno dei principali finanziatori dei progetti culturali del Regno Unito, ha definito la situazione che il settore sta affrontando come «la minaccia più grave dalla Seconda Guerra Mondiale».

A maggio, Art Fund ha pubblicato i risultati del rapporto sui direttori dei musei a livello nazionale, compilato sulla base delle risposte di 200 direttori di tutto il Paese. Le prospettive restano fosche, con l’aumento del costo della vita che rappresenta una minaccia incombente e una sfida sia per il personale sia per il pubblico, mentre i fondi di emergenza messi a disposizione durante la pandemia non sono più accessibili.

«Il vero impatto dei tagli passati e delle perdite future si farà sentire in modo netto e profondo», si legge nel rapporto dell’Art Fund. «L’aumento del costo della vita incombe nelle discussioni sul personale, con preoccupazioni particolari per il personale meno retribuito e per quello che vive nelle zone rurali e che deve fare il pendolare per andare al lavoro». Nel frattempo, i dati riportano una riduzione del numero di visitatori per il 2021-22 del -39% rispetto alle cifre precedenti alla pandemia.

Cauto ottimismo e resilienza
Nonostante ciò, altri sono cautamente ottimisti. I partecipanti al primo sondaggio inviato nel febbraio 2022 nell’ambito di una nuova direttiva lanciata dal National Lottery Heritage Fund, il progetto Uk Heritage Pulse, sono stati sorprendentemente positivi. Su 277 intervistati (un numero indicativo piuttosto che rappresentativo), la fiducia nella sopravvivenza nei prossimi sei mesi è risultata in media 4,3 su 5. Si tratta di una prospettiva molto diversa rispetto a un sondaggio simile condotto dall’organizzazione nel 2020, quando il 37% degli intervistati riteneva che non sarebbero sopravvissuti per più di sei mesi.

È possibile che i veri effetti della crisi attuale non si siano ancora fatti sentire, ma forse la pandemia ha reso le organizzazioni più resistenti e adattabili. Un portavoce dell’English Heritage, ente di beneficenza responsabile di oltre 400 monumenti, edifici e siti in tutta l’Inghilterra, tra cui Stonehenge, il Vallo di Adriano e il Castello di Dover, ha espresso un concetto simile.

«Non vediamo alcun impatto immediato, anche se stiamo monitorando molto attentamente la situazione. In termini di visitatori dei nostri siti, abbiamo avuto un inizio relativamente positivo dell’anno finanziario, ma è ancora presto, le persone stanno ancora facendo i loro piani su come spendere il loro tempo e i loro soldi. L’aumento dei prezzi del carburante potrebbe comportare una riduzione delle presenze nei siti raggiungibili solo in auto o un ritardo nella ripresa del turismo in entrata. Tuttavia, alcuni di questi rischi potrebbero essere mitigati dal fatto che gli attuali disagi aeroportuali potrebbero incoraggiare le visite nazionali, mentre la sterlina più debole potrebbe migliorare l’attrattiva del Regno Unito come destinazione turistica internazionale».

Nel 2021, oltre all’aumento delle iscrizioni, English Heritage ha registrato un aumento del numero di visitatori in siti locali più piccoli, come Barnard Castle a Durham, Boscobel House, nello Shropshire, e Wrest Park, nel Bedfordshire, che ha registrato il numero più alto di visitatori fino ad oggi.

Il sostegno della comunità locale sembra fondamentale per il successo di un’organizzazione. Il 15 giugno, i Musei di Colchester hanno annunciato che la mostra sulla stregoneria e la magia prevista al Castello di Colchester potrà essere realizzata grazie a una campagna di crowdfunding che ha raccolto più di 15mila sterline. La maggior parte dei 200 donatori erano persone del posto che hanno contribuito anche «in un momento di grandi difficoltà finanziarie per molte famiglie», ha dichiarato Pamela Cox, membro del consiglio comunale di Colchester.

In definitiva, l’instabilità economica e la politica globale potrebbero determinare un cambiamento nella percezione dei siti del patrimonio locale e della loro importanza come parte del tessuto sociale e dell’identità delle comunità in cui le persone sono sempre più radicate e investite. Come suggerisce l’English Heritage: «Questi sono i luoghi dove la storia è accaduta; questi siti storici ci portano conforto e ristoro, perché sono sopravvissuti, perché sono ancora in piedi e perché le storie che ci raccontano aiutano a dare una prospettiva in tempi incerti».

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