In Francia, il titolo protetto di conservatore-restauratore

Un altro passo importante verso la protezione di una professione, indispensabile per garantire la qualità di operato in territori con una così alta densità di beni culturali.

Restauratori al lavoro. Cortesia OPD, Firenze
Simona Sajeva |  | Parigi

In Francia il 25 gennaio scorso è stata presentata in Parlamento, all’Assemblea Nazionale, la proposta di legge n. 4955 per la «creazione di un titolo protetto di conservatore-restauratore», a nome del deputato Raphaël Gérard e di altri 67 cofirmatari. Si tratta dell’ultimo atto, in ordine di tempo, di un percorso iniziato da anni le cui tappe si sono via via intensificate fino a oggi.

Preceduta nell'ottobre 2021 da una Giornata di studi organizzata dall’Institut National du Patrimoine (Inp) e dalla Fédération Française des professionnels de la Conservation-Restauration (Ffcr) nella Médiathèque de l’Architecture et du Patrimoine (Map), questa proposta di legge è il frutto del lavoro condotto dal 2019 dalla Ffcr con Raphaël Gérard e l’appoggio di Vincent Négri, specialista in diritto del patrimonio culturale.

La proposta si compone di due articoli: il primo crea un capitolo, il numero 7, da inserire nel vigente Codice del Patrimonio. Tale capitolo definisce la conservazione-restauro del Patrimonio e inquadra il titolo di conservatore-restauratore subordinandolo all’ottenimento di un diploma di grado master 2 in conservazione-restauro dei Beni culturali oppure a condizioni di formazione ed esperienza equivalenti.

Oltre a definire e circoscrivere le attività di esclusiva competenza dei restauratori qualificati. Il secondo prevede le disposizioni transitorie affinché coloro i quali esercitano la professione di conservazione e restauro possano, alla data della creazione del titolo protetto, beneficiare del titolo professionale di conservatore-restauratore.

In maggio la proposta ha sollevato la reazione dell’Union Nationale de l'Artisanat des Métiers de l'Ameublement (Unama), ovvero il sindacato che rappresenta le imprese artigiane del settore.

Con una lettera aperta, il sindacato ha reso nota la propria lettura della proposta, ovvero che vi sia la volontà di declassare gli artigiani operanti nel settore della conservazione da parte delle istituzioni promotrici della proposta di legge. Con l’effetto diretto, nel peggiore dei casi, di estrometterli dalle gare d’appalto pubbliche. Ora che è stato rieletto il deputato Gerard, la proposta prosegue il proprio cammino e, probabilmente dopo l’estate, sarà riesaminata da un apposito gruppo di lavoro anche alla luce di quanto sollevato dall’Unama.

A prescindere da tutto, si osserva ancora una volta come sia la poca conoscenza della figura del conservatore-restauratore a innescare discussioni sulla definizione di beni culturali e dei termini conservazione e restauro, ma ancor più su che cosa distingua due categorie professionali, parimenti autorevoli ma distinte, quali gli artigiani e i conservatori restauratori.

Comunque con questa proposta, e con tutte le discussioni che la accompagnano, la Francia sta compiendo un altro passo importante verso la protezione di un titolo, e quindi di una professione, indispensabile per garantire la qualità di operato in territori con una così alta densità di beni culturali.

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