Al Museum Wiesbaden Frank Stella fa spazio

Il pittore e scultore minimalista statunitense s’interroga sui principi fondamentali della storia della pittura

«Dawidgrodek» (1971) di Frank Stella © Courtesy Wiesbaden Museum Foto Dejan Saric
Francesca Petretto |  | Wiesbaden

L’edizione 2022 del Premio Alexej von Jawlensky, istituito dalla Capitale del Land dell’Assia insieme a Spielbank Wiesbaden e Nassauische Sparkasse, è andata a Frank Philip Stella (1936). Al vincitore, oltre al premio in denaro, spetta la possibilità di presentare una personale al museo cittadino, il Museum Wiesbaden, e di vendere allo stesso una propria opera.

La mostra omonima «Frank Stella» (10 giugno-9 ottobre) è un invito alla scoperta dei mondi complessi del pittore e scultore minimalista statunitense, di un’arte ricca di riferimenti letterari, non astratta, non rappresentativa in senso convenzionale. Nella mostra di Wiesbaden sono ospitate alcune tra le opere più rivoluzionarie e celebri di Stella messe a confronto con quelle più significative della collezione di casa.

Artista che cerca sempre riferimenti al passato che ha studiato, occupandosi di varie epoche e stili, Stella non si è mai sentito distante dai molti illustri colleghi che l’hanno preceduto, Jawlensky in primis tra loro, perché, dice: «I problemi della pittura e le domande fondamentali che hanno accompagnato tutti i pittori attraverso i secoli sono sempre i medesimi».

Così, per esempio, i temi dell’astrazione o della rappresentazione, del segno e dell’ornamento, ritornano in studi e opere di Stella che ha lavorato e riflettuto soprattutto sull’ultimo: «In definitiva l’obiettivo dell’arte è quello di creare spazio; spazio che non è compromesso dalla decorazione o dall’illustrazione; spazio in cui i soggetti della pittura possono vivere. Questo è sempre stata la pittura».

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