L’avventura modernista in Portogallo

Tra 1900 e 1910 nasce un’arte cosmopolita nello spazio e nel tempo simultaneamente contemporanea, europea e lusitana. Questa folgorante stagione è raccontata alla Maison Caillebotte di Yerres

«Não Há Sim Sem Não» (1985) di Antonio Da Costa. Foto di José Manuel Costa Alves
Elena Franzoia |  | Yerres

Curata da Anne Bonnin, la mostra «Modernità portoghesi. Cronaca di un Modernismo cosmopolita» (fino al 30 ottobre alla Maison Caillebotte) affronta la pressoché sconosciuta vicenda artistica che si svolse tra ambiente lusitano e parigino tra gli anni ’10 e ’70. «L’avventura modernista, afferma Bonnin, comincia in Portogallo nel primo decennio del ’900 grazie ad artisti e intellettuali intenzionati a “creare un’arte cosmopolita nello spazio e nel tempo” (come scrive Fernando Pessoa, tra gli iniziatori del movimento) che sia allo stesso tempo contemporanea, europea e lusitana. Questa folgorante stagione si conclude però alla fine della guerra con la morte di tre figure chiave: Sá-Carneiro, Amadeo e Santa Rita».

La mostra si struttura in quattro sezioni. «Il primo Modernismo in tre contesti: Parigi, Lisbona e il Portogallo del Nord» affronta i primi scambi tra ambiente culturale lusitano e francese testimoniati dalla rivista «Orpheu» di Pessoa e Sá-Carneiro e dalle opere di artisti come Amadeo de Souza-Cardoso, Eduardo Viana e Almada Negreiros, di cui non poteva mancare il «Ritratto di Fernando Pessoa».

«Arte moderna e cultura popolare» mette in luce l’importanza di atmosfere e tradizioni lusitane su artisti «stranieri» come Sonia Delaunay, che in Portogallo ritrova la sua Ucraina, ma anche l’apporto di protagoniste come Sarah Affonso e Ofélia Marques. La rivoluzione surrealista contribuisce alla riscoperta di una stagione che nasce nel 1940 da due figure come Cesariny e Dacosta (di cui sono presenti «Cena Aperta» e «L’Eremita»), mentre «Una coppia cosmopolita» rende omaggio al lavoro di Maria Helena Vieira da Silva e dell’ungherese Árpád Szenes.

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