L’anima e il cuore di Federico da Montefeltro

Due mostre a Gubbio e Urbino celebrano il VI centenario della nascita del duca, emblema del signore rinascimentale

«Busto di Battista Sforza» di Francesco Laurana
Stefano Miliani |  | Gubbio (Pg) e Urbino (Pu)

Per i 600 anni dalla nascita di Federico da Montefeltro, nel 1422, in giugno aprono due mostre che riflettono su un uomo che fu l’emblema stesso del signore rinascimentale. «Federico da Montefeltro e Gubbio. “Lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra”» si tiene dal 19 giugno al 2 ottobre a Palazzo Ducale, al Palazzo dei Consoli e al Museo Diocesano di Gubbio ed è curata da Francesco Paolo di Teodoro con un gruppo di altri studiosi.

A Urbino la Galleria Nazionale delle Marche organizza, dal 23 giugno al 9 ottobre, «Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti (1475-1490)», firmata da Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo. Da rilevare: nelle due rassegne gli edifici stessi sono una componente essenziale del discorso.

Nella città umbra si vedranno 15 manoscritti del Vaticano, due dei quali in facsimile, un’«Annunciazione» dalla Pinacoteca di Siena e quattro esemplari del Trattato di architettura civile e militare del senese Francesco di Giorgio Martini, capitelli da un edificio martiniano da Londra, un esemplare del De prospectiva pingendi di Piero della Francesca, medaglie, monete e molto altro.

«Dopo aver visto la mostra nelle sue tre magnifiche sedi espositive, puntualizza Di Teodoro, il visitatore uscirà con la consapevolezza di aver compreso quanto ricca fosse stata la vita di Federico, per quali doti i suoi stessi contemporanei lo ammiravano e lodavano: uomo d’arme, di lettere, di scienza, amico e sostenitore di grandi personalità quali Piero, Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio, Luciano Laurana, Fra Carnevale. Non solo, ne uscirà con l’assoluta certezza di quanto gli italiani e i cittadini del mondo debbano alla sua eredità intellettuale e materiale».
«Ritratto di Federico da Montefeltro e del piccolo Guidobaldo» di Pedro Berruguete, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
A Urbino, dove fu duca dal 1474 alla morte a Ferrara nel 1482, Federico viene ritratto alla Galleria Nazionale con un’ottantina di opere fra dipinti, affreschi staccati, codici, disegni e medaglie in prestito dall’Italia e dall’estero. «Federico trasformò la città in una capitale del Rinascimento, ricorda il direttore del museo Luigi Gallo. Alla sua corte si incontrarono artisti e letterati le cui reciproche influenze generarono un clima culturale che si ripercuoterà nei decenni a venire. Quell’ambiente, che vide incontrarsi pittori come Piero della Francesca, Giusto di Gand, Pedro Berruguete e Luca Signorelli, gli architetti Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante, fu l’humus dal quale fiorì la genialità di Raffaello e sul quale, Baldesar Castiglione plasmò il Cortegiano».

La rassegna urbinate sarà in sette sezioni a partire dagli anni Sessanta e Settanta del Quattrocento, in cui il senese Francesco di Giorgio Martini era «architettore» del duca. Tra i pezzi prestati figurano un busto di Battista Sforza di Francesco Laurana dal Museo del Bargello di Firenze, una «Deposizione» da Venezia nel capitolo su Francesco di Giorgio «bronzista e plastificatore», un Luca Signorelli da Madrid.

Parte della mostra delinea un itinerario nel «palazzo-città» stesso, attuazione concreta di un’architettura ispirata all’antico e ai principi della razionalità, cari a Federico.

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