Non soltanto Artodi

A Palazzo Vignola sono in mostra le opere di chi ha amato la cittadina umbra, tra cui Dorazio, Gianni Dessì, Bruno Ceccobelli e Nunzio mentre parallelamente ha aperto un piccolo spazio permanente dedicato alla scultrice newyorkese Beverly Pepper

Veduta dell'allestimento della mostra «Artodi - I grandi artisti che hanno scelto Todi», Palazzo Vignola
Stefano Miliani |  | Todi

«Dagli anni ‘70 a Todi intorno a grandi personaggi come Piero Dorazio e Beverly Pepper si sono costituite botteghe nell’accezione rinascimentale, si sono creati incontri, molti assistenti e collaboratori crescendo sono diventati artisti. Da una trentina d’anni la città ha un primato nel contemporaneo in Umbria che nessun altro centro nella regione può vantare».

Lo rileva Massimo Mattioli, critico d’arte, che cura «Artodi - I grandi artisti che hanno scelto Todi», mostra aperta sino all'11 settembre a Palazzo Vignola e organizzata dall’Associazione Todi per l’Arte presieduta da Leonardo Baccarelli. La rassegna comprende, tra le altre, opere di Dorazio, Beverly Pepper, Gianni Dessì, Bruno Ceccobelli, Nunzio, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli come di autori maturati tra queste mura.

Nel frattempo la Fondazione Progetti Beverly Pepper ha appena inaugurato un piccolo spazio permanente dedicato alla scultrice newyorkese che elesse Todi a luogo di vita fino alla morte nel 2020: è in via della Valle inferiore 6 presso piazza del Popolo, non lontano dal parco inaugurato nel 2019 con sedici sue sculture donate alla città. Le sale raccolgono lavori di piccole dimensioni insieme a disegni e pitture antecedenti al 1960 e un video.

«Come titolo avevo proposto “Atelier Umbria”, puntualizza Mattioli, vicedirettore del sito «Artslife», perché credo sintetizzasse bene gli ultimi cinquant’anni. Nel 1970 un’associazione, Piazza Maggiore, organizzava la prima mostra, tramite loro e Dorazio ne furono allestite altre con protagonisti come Sebastian Matta o Jean Arp, il 1972 arrivò Beverly Pepper.

Le chiavi della vicenda sono lì. Altri artisti si stabilirono qui o sono stati molto presenti. Penso al ritorno di Ceccobelli, originario di Todi, dopo l’esperienza romana della Scuola di San Lorenzo, non a caso ci sono anche Dessì, Tirelli, Nunzio …»
. Ma queste presenze hanno inciso? «Sì, hanno generato un fermento, un forte impatto anche architettonico nella ristrutturazione di edifici e urbanistico, penso al parco donato dalla Pepper e alle sculture nei giardini donate da Arnaldo Pomodoro: si è creato un movimento che, non ultimo, ha promosso la città».

«Artodi» è realizzata con il Comune, con Anteo, impresa che gestisce Palazzo Vignola, con il contribuito della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, e vuole avviare il progetto «Verso un museo di arte contemporanea».

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