Le opere evocative di Guerzoni su tre sedi

Marcorossi dedicata un appuntamento diffuso al noto artista modenese

Un particolare di «Strappo d'affresco» (2017) di Franco Guerzoni
Camilla Bertoni |  | Torino, Milano, Verona

«Ritrovamenti» è il titolo scelto per le tre mostre che la galleria Marcorossi Artecontemporanea ospita fino al 28 maggio nelle tre sedi di Torino, Milano e Verona, dopo l’anteprima avvenuta la scorsa estate nella sede di Pietrasanta. Sono esposte tele dai cicli che Franco Guerzoni, pittore modenese classe 1948, ha realizzato tra il 2000 e il 2010.

Da sempre caratterizzata da una sensibilità verso la ricerca delle stratificazioni storiche, la sua è una pittura che si basa su una grande attenzione ai materiali, gessi e pigmenti in polvere dai quali emergono segni, tracce di memorie. «Decorazioni e rovine»era il titolo della sala personale che nel 1990 gli dedicò la Biennale di Venezia, una serie che apriva la ricerca dell’artista basata sui temi del tempo e delle rovine, sempre più legata da lì in poi a forme che evocano la pittura murale.

«I titoli dei cicli di lavori realizzati negli anni 2000-2010 sono eloquenti, spiega Guerzoni: “Antichi tracciati”, che fu presentato con un testo di Umberto Galimberti, “Sipari, Musivum”, dalle superfici irregolari, con frammentazioni di tessere di mosaico. Sono titoli che annunciano l’idea della parete dimenticata, dentro la quale si celano segni e abrasioni, che narrano lo scorrere del tempo con cromie mai accese, ma incastrate dentro la superficie del muro. Un’ispirazione, quella legata all’idea del muro, che è diventata per me quasi ossessiva. L’operazione che compie la galleria, conclude l’artista, è quella di rivedere un segmento del mio lavoro da una prospettiva temporale ventennale, come da un cannocchiale rovesciato. Io posso solo dire che questi dipinti li rifarei».

© Riproduzione riservata «Impossibili restauri» (2009) di Franco Guerzoni
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