David Medalla e Erika Klien al Museion
Disegni, dipinti, collage, sculture, opere cinetiche e tanto altro tracciano le tappe principali della carriera del famoso artista filippino mentre un altro percorso svela un’artista mai abbastanza valorizzata
Presso Museion si celebra l’artista, poeta e attivista filippino David Medalla (classe 1942), con il primo grande omaggio realizzato dopo la sua morte, avvenuta nel 2020, in collaborazione con il Bonner Kunstverein e il David Medalla Archive di Berlino.
«Parables of Friendship» (fino al 14 settembre) è curata da Steven Cairns e Fatima Hellberg, curatori anche del volume «Vita qual è, anche la vita quale dovrebbe essere» sul lavoro di Medalla edito da Museion e Bonner Kunstverein, pubblicato a breve da Koenig Books. Non si tratta di una retrospettiva, ma di un grande studio , «assecondando l’approccio dell’artista, senza intenzioni museologiche o storiche in senso cronologico», dichiarano i curatori, su tutta l’opera «straordinariamente politicizzata e politica, esperienziale e sperimentale, fluida e interconnessa», alla ricerca delle intersezioni tra arte e vita attraverso disegni, dipinti, collage, sculture, neon, opere cinetiche, partecipative e performative, ispirate ai grandi temi del presente e create lungo i settant’anni della carriera di Medalla.
Approdato a Parigi negli anni Sessanta, l’artista filippino, incluso da Harald Szeeman nella celebre mostra «When Attitudes become Forms»e alla quinta edizione di «Documenta», è vissuto a lungo a Londra, dove è stato fondatore della Signals Gallery, della London Biennale e presidente degli Artists for Democracy, muovendosi sempre tra Europa, Africa, Est asiatico e New York.
L’allestimento in chiave scenografica è firmato dal regista teatrale Michael Kleine.
Nella stessa sede è in corso l’omaggio a un’artista austriaca, trascurata dal mondo della storia dell’arte, esponente di spicco del Kinetismus viennese: Erika Giovanna Klien, nata a Borgo Valsugana nel 1900, formatasi a Vienna e scomparsa nel 1957 a New York.
I suoi lavori e la sua vitale creatività vengono messi in dialogo, nella mostra intitolata «Bird Flight», curata da Bart van der Heide, Andreas Hapkemeyer e Brita Köhler (fino al 7 settembre), con alcune opere «di luce» e cinetiche (della collezione di Museion e provenienti da prestiti di istituzioni di Vienna e Bolzano): da quelle dei suoi contemporanei Max Oppenheimer, Ludwig Hirschfeld-Mack, Elisabeth Karlinsky e Fortunato Depero ad altre degli anni Sessanta, di artisti come Dadamaino, Mark Adrian, Otto Piene, Günther Uecker e Alberto Biasi e, infine, a lavori recenti di Eva Schlegel, Spencer Finch, Ceal Floyer, Benjamin Tomasi e Liliana Moro.