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Le tre edizioni di Luigi Fassi guarderanno ad America, Asia e Africa, ma anche al mercato e al mondo museale

Luigi Fassi © Artissima
Jenny Dogliani |  | Torino

Torinese, classe 1977, Luigi Fassi sarà per i prossimi tre anni il direttore di Artissima. L’edizione del 2022 sarà all’Oval dal 4 al 6 novembre. Il suo non è propriamente un debutto: per la fiera torinese ha coordinato la sezione Present Future dal 2010 al 2016.

Quali ricordo ha di quelle edizioni?
In quei sette anni nella sezione Present Future sono passati una ventina di artisti a edizione. È stata un’esperienza di ricerca molto importante e continua a esserlo ancora oggi. La breve durata della fiera consente sperimentazioni anche molto audaci e primi approcci con artisti emergenti, dando l’opportunità di intercettare le tendenze più recenti in campo artistico.

Qualche artista che ha fatto carriera?
Molti. Per esempio l’artista svedese brasiliano Runo Lagomarsino. Un buon passaggio di artisti americani, come Leslie Hewitt. L’artista sudafricano Igshaan Adams, ora in Biennale di Venezia. Alina Chaigheroff, artista russo-svedese vincitrice del premio illy Present Future nel 2015, oggi in diverse collezioni del mondo.

Quali sono le caratteristiche che Artissima intende confermare?
Artissima è anche un po’ la fiera delle prime volte. Molte gallerie partecipano nel primo anno di attività. La fiera ha sempre avuto una presenza predominante di gallerie internazionali. Tutto questo va portato avanti. Attualmente stiamo rigettando le reti nel mondo internazionale, recuperando terreni consolidati e aggiornando la nostra agenda, la capacità di ricerca con la volontà di esplorare il nuovo. Artissima ha fidelizzato un collezionismo globale anche giovane, assicurando un ricambio generazionale, un processo virtuoso di sostegno alla fiera.

Tre le sezioni che ha confermato, i due pilastri: Present Future che sarà curata da Saim Demircan e Maurin Dietrich e Back to the Future che sarà curata da Anna Gritz e Balthazar Lovay. Ma anche Disegni, la più giovane per nascita, lanciata nel 2017 da Ilaria Bonacossa. Perché?
Disegni è una sezione giovane, importante, da ripensare. Il disegno è molto cresciuto sia come pratica degli artisti sia come interesse museale, con diverse mostre dedicate. Per chi lo pratica è un’azione primaria, non è più considerato un genere minore da curatori, direttori di musei e collezionisti. La sezione Disegni nel 2022 è affidata a Irina Zucca Alessandrelli (curatrice della Collezione Ramo di Milano), grande esperta e tecnica di questo medium.

Come si bilanciano l’aspetto culturale e commerciale della fiera?
Artissima ci ha abituato a pensare in termini museali, qui le istituzioni torinesi e internazionali comprano per incrementare le loro collezioni, per esempio la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt per il Castello di Rivoli e la Gam. È segno che la fiera ha assunto una veste istituzionale autorevole: i musei pensano alle generazioni future, cercano proposte con un valore culturale che trascende l’interesse commerciale di una specifica stagione di mercato.

Premi, partnership, eventi collaterali. Considera molto importante agganciare il mondo delle imprese?
Sono relazioni di reciproco beneficio che possono aiutare le aziende a cambiare pelle, rilanciare le proprie attività. Il rapporto con il mondo dell’arte può essere strategico anche per immaginare nuovi percorsi aziendali. Artissima è in grado di sviluppare con i propri partner progetti su misura, anche di lungo corso; allo stesso tempo la fiera ha modo di sperimentare nuove modalità di promozione di giovani artisti e gallerie, in linea con la sua natura aperta alla ricerca e all’innovazione.

Ci sono tendenze o aree geografiche su cui vorrà puntare l’attenzione?
Riallacceremo i rapporti con il Sudamerica e il Nordamerica, dopo la discontinuità di relazioni causata dal Covid-19. Il continente africano e il mondo asiatico, dai Paesi arabi alla Cina, sono le aree con cui confrontarsi in maniera strategica, in quanto sempre più centrali nell’arte come in tanti altri settori.

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