Alla Biennale Donna in comune c’è l’ambiente

Doppia curatela femminile per la rassegna intitolata alla natura di cinque artiste di cinque Paesi

Un dettaglio di «Center for the Livng Things» (2016-2022) di Diana Lelonek
Valeria Tassinari |  | Ferrara

Con un’edizione totalmente internazionale la XIX Biennale Donna di Ferrara, storica rassegna organizzata da Udi-Unione Donne in Italia e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara, si presenta quest’anno al Pac, sino al 29 maggio con una doppia curatela, affidata a Silvia Cirelli e Catalina Golban.

Cinque artiste di differenti generazioni, Mónica De Miranda (Portogallo/Angola, 1976), Christina Kubisch (Germania, 1948), Diana Lelonek (Polonia, 1988), Ragna Róbertsdóttir (Islanda, 1945) e Anaïs Tondeur (Francia, 1985), sono invitate a coinvolgerci in una riflessione sulla necessità di ripensare le strutture radicate nel pensiero antropocentrico, superando paradigmi e pratiche socio-economiche della cultura occidentale, per entrare in modalità proattiva nel dibattito ecologico in corso.

Esposizione non convenzionale e di esplicito impegno sociale, «Out of Time. Ricominciare dalla natura» offre una poliedricità di linguaggi artistici (installazioni, fotografie e video) per esplorare le interazioni uomo ambiente, non limitandosi alla denuncia degli evidenti squilibri, ma offrendo suggestioni di nuove pratiche di convivenza sinergica.

Scienza, antropologia, echi di poesia romantica, materiali poveri e sperimentazioni tecnologiche, studio dei contesti urbani, critica economica e immaginario post human: molte delle linee di tendenza del pensiero contemporaneo s’intrecciano nei cinque percorsi artistici presentati, che cercano un coinvolgimento empatico e intellettuale dello spettatore, inducendolo a una particolare attivazione sensoriale: ne sono un esempio le installazioni sonore della sound artist Christina Kubisch, che ci invitano a riconoscere la minaccia dell’inquinamento anche nell’invisibile saturazione elettromagnetica che ci circonda.

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