Il mappamondo di Fra Mauro è online

Realizzato nel 1450 dal monaco camaldolese, caposaldo della cartografia antica, è stato completamente digitalizzato per studiosi e appassionati

Una schermata del progetto di digitalizzazione del mappamondo di Fra Mauro
Elena Franzoia  |  | Firenze

Conservata alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia in un nuovo allestimento nei Ridotti dei Procuratori, la Mappa di Fra Mauro (230x230 cm), uno dei capisaldi della cartografia antica, dal 1942 è al Museo Galileo con una copia realizzata da Alinari. L’istituzione scientifica fiorentina è capofila del progetto di digitalizzazione dell’eccezionale mappamondo, realizzato a Venezia intorno al 1450 e attribuito al monaco camaldolese Mauro, un progetto destinato al grande pubblico e agli studiosi, disponibile su museogalileo.it.

L’edizione digitale è stata curata da Filippo Camerota (direttore scientifico del Museo Galileo) e Angelo Cattaneo (Cnr) grazie a un progetto  finanziato dal MiUR con la collaborazione della Marciana e della Nanyang Technological University di Singapore.

«Si è trattato di una doppia operazione, spiega Camerota. Il mappamondo di Fra Mauro è una rappresentazione della terra, entusiasmante dal punto di vista iconografico ma poco comprensibile. Contiene 3mila cartigli informativi redatti in un difficile veneziano antico, che descrivono regni e province, mari e fiumi, città e monumenti, itinerari commerciali terrestri e marittimi. Li abbiamo tradotti in italiano, inglese e cinese (è la prima mappa del mondo occidentale a rappresentare la Cina e l’Isola di Cipango, cioè il Giappone). La fonte, anacronistica rispetto a Fra Mauro, è il Milione di Marco Polo, tanto che nel Cinquecento, ormai dimenticato il monaco-cartografo, veniva chiamato il mappamondo di Marco Polo e si riteneva fosse stato redatto sulla base di carte disegnate dal viaggiatore».

Il secondo aspetto del progetto riguarda le misurazioni. «Essendo presente solo una generica rosa dei venti, si pensava si trattasse della convenzionale rappresentazione tipicamente medievale della terra dentro un cerchio, ma non è così, precisa Camerota. Lo abbiamo confrontato con una mappa nautica di Fra Mauro, oggi alla Biblioteca Apostolica Vaticana, realizzata in miglia e focalizzata sul bacino del Mediterraneo, con Europa e Africa settentrionale. Sono perfettamente sovrapponibili. Il nostro mappamondo non rappresenta un intero emisfero, ma solo una porzione di circa 130°, il cui centro simbolico e geografico è Gerusalemme. L’approccio dimensionale per altre aree, soprattutto per l’Asia, appare più congetturale, ma con impressionanti coincidenze. Per esempio il Capo di Buona Speranza si trova più o meno dove realmente è rispetto a Gerusalemme. Il mappamondo rappresenta un piano commerciale, cosmografico di circumnavigazione dell’Africa precedente a Vasco de Gama, disegnato allo scopo di raggiungere da Occidente, dal Portogallo, i Paesi delle spezie dopo il blocco turco del Mediterraneo.

Fra Mauro disponeva di fonti arabe e indiane, ma soprattutto delle informazioni riportate dal viaggiatore veneziano suo contemporaneo Niccolò de’ Conti, che aveva vissuto molti anni in India e sapeva che giunche cinesi e navi arabe e indiane avevano raggiunto il Sudafrica. Perciò Fra Mauro deduce si possa fare la stessa cosa anche attraversando l’Oceano Atlantico, raggiungendo l’Oriente in una unica rotta. La Mappa racconta infatti non solo la Cina di Marco Polo, ma anche l’India di Niccolò de’ Conti e le coste norvegesi, dove una tempesta aveva sospinto una galera veneziana diretta a Londra».

Un aspetto per noi inconsueto è che la mappa risulta rovesciata. «Le carte raccontano sempre il punto di vista delle culture che le producono, conclude Camerota. Da secoli il mondo è rappresentato orientato a nord, ma prima del Rinascimento si usavano convenzioni diverse. Tolomeo orienta le mappe a nord, il mondo islamico a sud (probabile retaggio della cultura aristotelica) e il mondo cristiano a est, direzione del sorgere del sole e simbolo cristologico. Nel sito è possibile rovesciare la mappa di 180° per leggere meglio».

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