Il cappello di Tiziano resta a Milano

Una clausola stava per rimandare all’Ermitage l’opera in prestito nella mostra milanese di Palazzo Reale, ma l’istituzione russa ha fatto marcia indietro

«Giovane donna con cappello piumato» (1534-36) di Tiziano
Gloria Gatti |

Così, avremmo salutato la «Giovane donna con cappello piumato» di Tiziano, che stava per lasciare Palazzo Reale dove era esposta nella mostra «Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento veneziano», per tornare all’Ermitage di San Pietroburgo, in base alla decisione del Ministero russo della Cultura secondo la quale tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia.

Non è chiaro se la richiesta fosse legittimata da una clausola di hardship inserita nel contratto che consentisse al prestatore la risoluzione anticipata per cause di forza maggiore come disastri naturali, epidemie, incendi, inondazioni, scioperi generali, guerre, conflitti armati, attacco terroristico o contaminazione nucleare o chimica, o se invece vi fosse timore di un’eventuale «congelamento» delle opere come ulteriore misura sanzionatoria o se, viceversa, sia stata soltanto una richiesta diplomatica di «resistenza» all’ostracismo della cultura russa seguito al conflitto con l’Ucraina o derivante dall’inserimento dell’Italia nella lista dei Paesi ostili.

Improbabile, invece, che non sia stata gradita la sponsorizzazione della mostra da parte dell’estetista cinica. Il sito dell’Ermitage riporta soltanto un comunicato del 10 marzo dove informa che «in accordo con gli accordi raggiunti e con gli accordi espositivi esistenti, gli oggetti prestati per le mostre in vari Paesi vengono gradualmente restituiti al museo».

È opportuno, però, fare chiarezza sul fatto che le opere di musei stranieri in prestito sono immuni dalla giurisdizione italiana ai sensi dell’art. 21 della Convenzione delle Nazioni Unite sulle immunità giurisdizionali degli Stati e dei loro beni sottoscritta a New York il 2 dicembre 2004, e ratificata con Legge 14 gennaio 2013, n. 5 art. 21 lett c) e d) in quanto «beni facenti parte del patrimonio culturale dello Stato e beni facenti parte di un’esposizione di oggetti d’interesse scientifico, culturale o storico» e, che, per contro, il decreto legislativo 22 giugno 2007, numero 109 consente soltanto di congelare le risorse delle persone anche interposte che pongono in essere o tentano di porre  in  essere  delle condotte con finalità di terrorismo o che  minacciano  la  pace  e   la   sicurezza internazionale espressamente individuate in una blck list dell’Unione europea.

La parola krasotà come illustra Lev Tolstoj nel suo saggio Cos’è arte?, indica «soltanto ciò che piace alla nostra vista», in senso iconografico, ma invece «Мир спасет красота», mir spaset krasotà, la frase pronunciata del principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij che letteralmente andrebbe tradotta: «il mondo (lo) salverà la bellezza», stravolge il significato letterale del termine e fa coincidere la bellezza con la bontà assoluta. La parola «mir», però, in russo significa anche «pace» e oggi, Dostoevskij ci perdonerà un’altra volta, se ci auguriamo che la pace la salverà la bellezza.

Guerra Russia-Ucraina 2022

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