Gli enigmi di Vivian Maier

Ai Musei Reali di Torino oltre 250 immagini della maestra della Street photography, tra cui le fotografie a colori e quelle realizzate durante il suo viaggio in Italia

Vivian Maier, «Chicago, IL», 1960. Stampa da gelatina d’argento, 2020. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
Rica Cerbarano |  | Torino

Dal 9 febbraio al 26 giugno i Musei Reali ospitano «Inedita», mostra dedicata agli aspetti meno noti del lavoro di Vivian Maier, scoperto per caso nel 2007, due anni prima della sua morte. L’esposizione presenta oltre 250 immagini, tra cui le fotografie a colori e quelle realizzate durante il suo viaggio in Italia.

Più familiari al pubblico sono le immagini che ritraggono la vita per le strade di New York e Chicago. La Maier, maestra della Street photography, racconta la società degli anni ’50 e ’60 attraverso i volti e i gesti delle persone più simili a lei, lontane dall’euforia scintillante del sogno americano.

Spiccano nella selezione, curata da Anne Morin, gli autoritratti, intravisti nei riflessi sugli specchi e sulle vetrine, e nella sua ombra che invade l’obiettivo, sfuggente e misteriosa. Una sezione è dedicata all’infanzia, tema caro a Maier, di professione bambinaia.

Trovano posto anche i video realizzati con una cinepresa Super 8, che mettono in luce un’evoluzione del suo approccio fotografico poco conosciuta. Attraverso oggetti che le sono appartenuti, come le sue macchine fotografiche emerge il lato più personale di un’artista eccezionale, figura enigmatica nel mondo della fotografia che non smette di stupire.

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