«Tempi brevi» per i cambi al vertice di Palaexpo (e Macro)

Cesare Pietroiusti, presidente del Cda dell’Azienda speciale Palaexpo, commenta le voci di rinnovo dei vertici culturali voluti dal neosindaco Roberto Gualtieri e dall’assessore Miguel Gotor

Luca Lo Pinto e Cesare Pietroiusti
Guglielmo Gigliotti |  | Roma

Cambio della guardia al Comune di Roma, e con il neosindaco Roberto Gualtieri e il neoassessore alla Crescita culturale Miguel Gotor si inseguono le voci su cambi ai vertici delle istituzioni culturali cittadine: dal Teatro dell’Opera a Zétema, fino al Macro il cui direttore Luca Lo Pinto è stato nominato dall’ex sindaca Virginia Raggi nel 2019. Sui prossimi cambi al vertice dell’Azienda speciale Palaexpo (che, per conto del Comune di Roma, gestisce il Palazzo delle Esposizioni, il Macro-Museo d’Arte Contemporanea di Roma e il Mattatoio) intervistiamo l’artista Cesare Pietroiusti, presidente del Cda.

La Giunta capitolina guidata dal neosindaco di Roma Roberto Gualtieri sta lavorando a un ricambio al vertice di Palaexpo. Che cosa le è stato comunicato?
Ho incontrato l’Assessore alla Crescita culturale Miguel Gotor e, a una mia richiesta in tal senso, mi è stato detto che i tempi saranno brevi (probabilmente entro febbraio, Ndr).

Luca Lo Pinto verrà rimosso dalla direzione del Macro?
Lo escludo, perché la posizione contrattuale di Lo Pinto e della sua squadra, che corrisponde precisamente al programma da lui delineato, è stabilizzata fino alla fine del 2023. Tutti sanno che le vere programmazioni museali hanno questi tempi. E non voglio credere che un’eccellenza romana a cui gli addetti ai lavori di tutto il mondo guardano con grande attenzione, sia cancellata. Sarebbe un bruttissimo segnale per la città.

Che cosa si aspetta dal futuro nuovo Cda?
Mi aspetto che ci ascoltino, che ci diano il modo di spiegare qual è la visione che ha ispirato, in questi quasi quattro anni di lavoro, l’idea del «polo del contemporaneo», il tentativo, cioè, di mostrare che Roma non è soltanto la città della bellezza e della stratificazione storica, ma anche un luogo dove è possibile sviluppare ricerche e sperimentazioni di eccellenza, nell’intersezione fra le diverse discipline artistiche, e tra l’arte e la scienza. Mi aspetto, poi, che i progetti sviluppati e quelli in essere (mostre, corsi di formazioni, residenze, produzioni, reti di collaborazione con altre istituzioni) siano attentamente valutati per la loro qualità culturale e non in base ad altri motivi. Sono in cantiere grandi mostre per il Palazzo delle Esposizioni, come «Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo», un omaggio pensato e realizzato insieme al MaXXI e a Palazzo Barberini; è appena partito alla Pelanda del Mattatoio il master in arti performative MAP_PA, realizzato insieme all’Accademia di Belle Arti e, sempre alla Pelanda, la terza edizione di «Prender-si cura», il programma di residenze di ricerca e produzione ideato da Ilaria Mancia, che ospiterà coreografi, artisti visivi, musicisti, registi di livello internazionale; nei Padiglioni del Mattatoio tra circa un mese aprirà la mostra di Teresa Margolles, quinto appuntamento dei «Dispositivi Sensibili», progetto curato da Angel Moya Garcia, nonché, a ottobre, un grande omaggio a Jonas Mekas coprodotto con l’Istituto di Cultura della Lituania. E molto altro…

Vista la sua esperienza, che cosa consiglierebbe ai futuri vertici dell’Azienda?
Governare un’azienda complessa come Palaexpo (per giunta pro bono) non è semplice e credo che l’esperienza del Cda uscente abbia un valore, in termini di conoscenza della macchina, che ci auspichiamo di poter trasferire, per fare risparmiare tempo e difficoltà, a chi avrà l’onere di prendere il nostro posto.

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