Depero strafottentissimo creatore di giocattoli

Mostre in varie sedi, a cominciare dal Mart (che a lui deve la nascita), per un caloroso tributo all'artista futurista

«Tornio e telaio» (1949) di Fortunato Depero «Paris. Arco di Trionfo», 1925, di Fortunato Depero. © Eredi Depero
Camilla Bertoni |  | Rovereto e Cles

Depero all over, in ogni angolo di Rovereto e in Trentino. E questo nonostante l’originaria opposizione di Vittorio Sgarbi, presidente del Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento, che riteneva sufficiente la Casa Museo Depero per celebrare l’artista, nato in Val di Non nel 1892 e scomparso a Rovereto nel 1960.

Ma Sgarbi alla fine ha giudicato bellissima la mostra «Depero New Depero» (fino al 13 febbraio) che al Mart ha curato Nicoletta Boschiero, ricostruendo attraverso circa 500 opere la ventata rivoluzionaria generata dallo «strafottentissimo creatore di giocattoli», come lo chiamava Marinetti.

Ventata che si comprese appieno solo dopo gli anni ’80 del ’900, quando ci furono anche le prime ricostruzioni delle sue opere perdute e quando i suoi effetti si videro con Ugo Nespolo, Marco Lodola, Innocente e i Nuovi futuristi, con il design di Ettore Sottsass e Alessandro Mendini, nel mondo della grafica, del fumetto, del cinema e della pubblicità.

Dunque per la celebrazione dei vent’anni che il museo roveretano compie a dicembre, con focus dedicati a Depero in ogni museo cittadino, ha vinto l’idea di celebrare il futurista Fortunato dal cui corposo lascito prendono origine il Mart stesso, di cui è considerato padre spirituale, oltre alla Casa Museo Depero nata nel 1919 e allestita poi tra 1957 e 1959 nel nuovo edificio visitabile oggi.

Depero ne curò personalmente i dettagli e il concetto basato sulla negazione di gerarchie artistiche, un dono alla città dove tornò a vivere dopo la sfortunata esperienza americana: a New York, dove aprì la Futurist House, era approdato carico di entusiasmo nel 1928, purtroppo poco prima del crollo di Wall Street.

La Casa Museo, diretta da Nicoletta Boschiero, è stata riallestita in questa occasione da Maurizio Scudiero: il percorso (fino a marzo 2022), con prestiti da collezioni private, comprende disegni, arazzi, marionette, oggetti di un antesignano design, mobili, manifesti pubblicitari.

Un altro percorso si snoda al Palazzo Assessorile di Cles, nella sua Val di Non, a cura di Marcello Nebl con Maurizio Scudiero (fino al 13 febbraio): lettere, cataloghi originali e pubblicazioni d’epoca, manifesti, libri d’artista e opere, rari e in parte inediti provengono soprattutto da collezioni private trentine e della Val di Non.

La mostra del Mart investe i visitatori con i suoni dei vulcanici ed entusiastici proclami di Depero sullo sfondo della New York anni ’20 nei filmati composti con pellicole d’archivio dallo studio Barlumen, lo stesso che ha anche dato forma alle sue visioni futuriste nel plastico «Depero. 1929 drama», creato a partire da disegni e scenografie autografe. Ludica e immersiva, rende un caloroso tributo all’artista con quell’esplosione cromatica che ha contaminato pareti e soffitti, con Mario Botta che guardava un po’ preoccupato la temporanea trasformazione del «suo» museo rigorosamente concepito in bianco e nero.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Camilla Bertoni