Giorno per giorno nell’arte | 13 dicembre 2021

Sponsor e monumenti: American Express su Ponte Vecchio e Bottega Veneta sulla Grande Muraglia | La Camera ratifica la Convenzione di Nicosia | Hermès dà il via al Grand Tour degli affreschi | Via libera all’arte contemporanea nel Museo del Prado | La giornata in 17 notizie

La scritta di Bottega Veneta sulla Grande Muraglia cinese per festeggiare il Capodanno lunare cinese Il Ponte Vecchio a Firenze durante le ultime festività natalizie
Redazione |

A Firenze tiene banco la questione del logo dello sponsor proiettato sui monumenti. L’immagine della carta di credito American Express si riflette sulla facciata degli Innocenti e Ponte Vecchio. Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: «Non avremmo mai approvato un tale vilipendio del nostro patrimonio». [FirenzeToday]

Per festeggiare il Capodanno lunare cinese Bottega Veneta ha pensato di fare le cose in grande: il nome del marchio accompagnato dalla scritta «Buon anno» in caratteri cinesi è apparso infatti sulla Grande Muraglia, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e inserita tra le sette meraviglie del mondo. [la Repubblica]

Ok definitivo della Camera alla ratifica della Convenzione di Nicosia. Il provvedimento si propone di prevenire e combattere la distruzione, il danneggiamento e la tratta di beni culturali; rafforzare l’attività di prevenzione e la risposta del sistema di giustizia penale a tutti i reati di natura culturale; promuovere la cooperazione nazionale e internazionale nella lotta contro i reati riguardanti la proprietà culturale. I voti favorevoli sono stati 376, nessun contrario e due astenuti. «La ratifica con voto unanime da parte della Camera dei Deputati della Convenzione di Nicosia è un’ottima notizia, che ribadisce il ruolo centrale della cultura per il Paese», ha commentato il ministro Dario Franceschini. [Camera dei Deputati]

La casa di moda francese Hermès dà il via al Grand Tour degli affreschi, un progetto di restauro sviluppato sul territorio italiano per riportare all’antico splendore le opere del patrimonio artistico nazionale. Gli affreschi di Padova, Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2021, sono stati oggetto della prima tappa, a cui faranno seguito Napoli nel 2022, e Roma nel 2023. [Elle]

Miguel Falomir, direttore del Museo del Prado, ammette nel suo museo opere di artisti considerati contemporanei, come Pablo Picasso, Fernando Zóbel o Philippe Parreno, a patto che la loro opera sia stata ispirata da opere della collezione del museo. [El País

Grazie al contributo di Ronald Lauder, della Jerome Levy Foundation, di Save Venice e del World Monuments Fund è iniziato nel Ghetto di Venezia il restauro della sinagoga italiana, che dovrebbe concludersi entro il mese di luglio. Queso edificio, di dimensioni ridotte, aveva subito un grave deterioramento: per l’umidità i muri erano scrostati e gli impianti interni erano obsoleti. L’obiettivo più ambizioso dei lavori è quello di ripristinare il percorso interno che, in origine, collegava sotto i tetti tutte e cinque le sinagoghe del Ghetto. [Lidia Panzeri]

È in vendita ad Acireale (Ct) il Castello dei Pennisi, noto anche come Castello Scammacca, celebre per esser stato immortalato nel film di Francis Ford Coppola «Il Padrino III». L’edificio, fatto costruire dalla famiglia nobile dei Pennisi di Floristella alla fine del XIX secolo in stile neogotico, è stato affidato per la vendita a Sotheby’s International Realty, la divisione immobiliare della casa d’aste, che lo ha stimato intorno a 6 milioni di euro. Ma che ne è della corposa collezione d’arte per la quale era stato costruito? [The Art Newspaper]

Il 14 gennaio alle 18.30 si terrà online su Youtube il webinar «La rivoluzione dei non-fungible tokens. Gli Nft e il valore al di là della materia», organizzato da Banca Cesare Ponti. Al centro dell’incontro il mondo degli Nft e della blockchain, le innovative tecnologie che introducono a una nuova frontiera del world wide web, il Metaverso. Verranno approfonditi vari temi, dalle opportunità di investimento in smart contract e cryptocurrency alle applicazioni nell’ambito della digital e crypto-art. Interverranno Filippo Annunziata, docente all’Università Bocconi di Milano e Annapaola Negri-Clementi, avvocata esperta di diritto dell’arte.

Al Louvre un andirivieni di opere di Delacroix. Mentre il quadro «Donne di Algeri nel loro appartamento», del 1834, torna esposto nel museo parigino dopo un restauro, va «in clinica» «La morte di Sardanapalo». [Le Figaro]

Il conflitto israeliano palestinese non risparmia gli abiti con ricami tradizionali (palestinesi), utilizzati da Israele in più occasioni, l’ultima durante il concorso di Miss Universo, e più volte rivendicati dalla comunità palestinese. Lo scorso dicembre il ricamo palestinese è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità e dal 19 dicembre il Museo Palestinese di Bir Zeit presso Ramallah espone una collezione di abiti tradizionali di collezione privata, trattenuti a Washington dal 1986 per impedirne la confisca israeliana. Come ha spiegato il curatore del museo, Abu Khalaf, ogni area palestinese è legata a una tipologia di ricamo, la cui origine è documentata a 3mila anni fa. [Al-Monitor]

Le Serpentine Galleries di Londra hanno alla fine tolto il nome Sackler dall’edificio, rimpiazzandolo con North. Le gallerie sono infatti note ora con il nome di Serpentine North, dopo la ristrutturazione della scorsa primavera. [The Art Newspaper]

A Torino il Polo del ’900 ha scelto il suo nuovo direttore: è Emiliano Paoletti
. Sostituirà dal primo aprile Alessandro Bollo al termine del suo doppio mandato. Classe 1974, nato a Roma e laureato in Storia Contemporanea all’Università di Bologna, Paoletti ha lavorato come progettista culturale per il recupero del Mattatoio a Testaccio a Roma, contribuendo a diverso titolo a progetti di rigenerazione urbana tra cui il 104 di Parigi e Base Milano. [AgenziaCult]

Il 12 gennaio l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ha consegnato, su candidatura del Museo Diffuso della Resistenza, il titolo di Accademico d’Onore a Gunter Demnig per il progetto delle pietre di inciampo. La cerimonia è all’interno delle celebrazioni del mese che accompagna la Giornata della Memoria.

A Qumran, nell’attuale Cisgiordania, il sito dove furono scoperti i Rotoli del Mar Morto, i ruderi portati alla luce ora possono essere visti molto bene grazie a un nuovo percorso attrezzato, accessibile a tutti e lungo circa 2km. Il percorso, che permette di arrivare sino alle grotte, tocca tutti i punti più importanti dell’insediamento. [La Stampa]

Mostre che aprono
Il 14 gennaio al Museo Egizio di Torino apre la mostra «Un santuario portatile per la dea Anuket», curata da Paolo Del Vesco, dal 2014 archeologo del museo, con esperienze di scavo in Italia, Siria, Arabia Saudita, Egitto e Sudan. Al centro dell’esposizione, che fa parte del ciclo «Nel laboratorio dello studioso», c’è un piccolo santuario in legno, risalente al tempo del faraone Ramesse II (1279-1213 a.C.). [Corriere della Sera]

Mostre che chiudono
Fino al 23 gennaio al Museo Archeologico Nazionale-MArTA di Taranto l’artista di Sound art Piero Mottola (1967) presenta «Taranto Voices», parte del progetto di Musica Relazionale, portato avanti dall’artista dal 2016 dalla Spagna alla Germania, dalla Cina a Cuba, con il fine di indagare, in rapporto alla comunità ospitante, le relazioni tra il suono della voce umana e le sue declinazioni estetico-emozionali. Nel 2020, attraverso una call pubblica, sessanta cittadini sono stati scelti per interpretare, uno per volta, dieci parametri emozionali, dalla paura alla gioia. Mottola ha poi composto con le loro voci in una partitura per grande coro e sulla base della misurazione della complessità timbrica della voce, a ogni corista ha assegnato una parte. Così la registrazione del coro è divenuta un’opera sonora che è stata installata nella Sala Medievale del MArTA: «Le differenti “cromie” delle voci delineano un’anima della città in una visionaria chiave sonora, spiega Eva Degl’Innocenti direttrice del museo, uno stimolo in perenne evoluzione che agisce sulla profondità interpretativa dei visitatori». [Francesca Romana Morelli]

Artista maudit, dalla vita brevissima, morto nel 1918 all’età di 28 anni, Egon Schiele si guadagnò una controversa notorietà in patria fin dai suoi esordi nel 1908, ma assurse a fama internazionale solo dal secondo dopoguerra. lI suo innegabile influsso su pittori, disegnatori e fotografi del secondo Novecento e del presente ha indotto l’Albertina di Vienna a dedicare proprio una ricognizione di questa rete di rapporti. Al centro della selezione di opere per «Egon Schiele e la sua eredità», fino al 23 gennaio, è il genere degli autoritratti. La curatrice Elisabeth Dutz ne ha scelti 21 dello stesso Schiele, che fu ossessionato dal proprio io e si raffigurò in innumerevoli pose e angolazioni. Tutt’attorno sono giustapposti oltre un centinaio di autorappresentazioni firmate da artisti contemporanei che presentano contiguità con l’artista espressionista e che si sono interrogati sull’idea e l’immagine di sé. Fra questi Georg Baselitz, Günter Brus, Jim Dine, VALIE EXPORT, Elke Silvia Krystufek, Maria Lassnig, Arnulf Rainer, Cindy Sherman, Eva Schlegel ed Erwin Wurm. [Flavia Foradini]

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