Prato, la città e l’arte

In attesa dell'inizio del mandato del nuovo direttore Stefano Colicelli Cagol, il Centro Pecci punta ora a rinsaldare il legame con la città attraverso una mostra e una struttura

«Calcutta» (1998) di Philip Lorca diCorcia
Laura Lombardi |  | Prato

Dopo la vicenda Cristiana Perrella salta la mostra di Cao Fei da lei programmata per dicembre in contemporanea col MaXXI di Roma dove invece si tiene regolarmente. In attesa dell'inizio del mandato del nuovo direttore Stefano Colicelli Cagol, il Centro Pecci punta ora a rinsaldare il legame con la città attraverso due iniziative: la mostra «L’arte e la città» a cura di Stefano Pezzato e l’Urban Center, una struttura progettata dal collettivo Fosbury Architecture e voluta da Comune di Prato e Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana.

La mostra, fino al 12 giugno, indaga, attraverso opere provenienti dalle collezioni museali e rari materiali d’archivio, i rapporti fra arte contemporanea e ambiente urbano. Dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video, disegni, stampe, materiali d’archivio di una quarantina fra artisti e gruppi italiani e internazionali, tra cui Nobuyoshi Araki, Nan Goldin, Marco Bagnoli, Wolfgang Tillmans, Rossella Biscotti, Anne & Patrick Poirier, Erwin Wurm, Fischli & Weiss, Marco Cingolani, Philip Lorca diCorcia.

Articolati in tre sezioni i lavori raccontano trasformazioni e utopie della città, i dibattiti intorno alla sua controversa identità, ma anche la sua fisionomia legata al contemporaneo ribadita da opere «made in Prato». In programma attività didattiche, rassegne cinema e incontri di approfondimento oltre che lo stimolo a collegamenti con attività produttive del territorio.

Composto da una grande tenda isolante, è concepito per mutare forma e assumere configurazioni diverse, divenendo laboratorio permanente e osservatorio sulle trasformazioni urbane, con installazioni immersive, un teatro, una piattaforma per contenuti multimediali, eventi e convegni. Primo allestimento temporaneo è «Osservatorio Prato 2050», curato da Fosbury Architecture e dedicato ai progetti attivi in città e ai network locali e internazionali.

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