Muscolino: «Pensiamo alla promozione internazionale»

Il direttore della Direzione Regionale Musei Sardegna rafforza il dialogo fra il patrimonio culturale regionale, i cittadini e i turisti

Nuraghe Arrubiu, Orroli Francesco Muscolino
Elsa Pascalis |

Arrivato sull’isola poco più di un anno fa per dirigere il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, il siciliano Francesco Muscolino guida ad interim dallo scorso maggio la Direzione Regionale Musei Sardegna, l’ufficio del Ministero della Cultura che si occupa della gestione e valorizzazione dei musei statali in Sardegna.

Direttore, che cosa pensa del patrimonio culturale sardo?
È un patrimonio ricco e diversificato, sintetizzato all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari che, in qualche modo, funziona come «vetrina». Nasce per essere un primo significativo ed efficace approccio al patrimonio isolano, soprattutto nella sua attuale configurazione di museo autonomo avendo incluso al suo interno anche la Pinacoteca Nazionale di Cagliari. Raccoglie un quadro completo che va dal Neolitico al contemporaneo. Il museo sta inoltre potenziando le sue raccolte di arte moderna e contemporanea. E comprende un’imponente raccolta di retabli, numerosi dipinti, la collezione etnografica di tessuti, gioielli sardi, arredi, ceramiche medioevali e armi, un’offerta estremamente varia ed eterogenea.

Ma i musei in Sardegna sono numerosi.
Io guido in maniera diretta quello di Cagliari, gli altri hanno il loro direttore. A me spetta il compito di coordinarli attraverso la Direzione Regionale Musei Sardegna.

In che modo i musei fanno rete?
I Musei Nazionali sono messi in rete tra loro grazie alla Direzione Regionale Musei Sardegna . Attualmente è in fase avanzata di costruzione il Sistema Museale Nazionale che comprenderà non solo i Musei Nazionali, ma anche i musei di altra e diversa afferenza. Non appena si svilupperà in maniera più strutturata sarà un ulteriore ed efficace strumento per creare nuovi legami e mettere in dialogo tutte le realtà museali creando nuovi percorsi di divulgazione.

Quali sono gli obiettivi e le iniziative in campo?
L’obiettivo è di rendere sempre di più i musei luoghi in grado di restituire alla società quello che custodiscono. Nella Basilica di San Saturnino, tutti i giovedì fino al 9 dicembre (ma sicuramente prorogheremo) hanno luogo i «Dialoghi di Archeologia, Architettura, Arte e Paesaggio», in collaborazione con il Comune di Cagliari: conferenze con importanti relatori, dialoghi e occasioni di confronto in cui il pubblico può intervenire, chiedere approfondimenti e creare una partecipazione attiva. Vengono trattati anche temi legati alla contemporaneità, perché i musei devono essere luoghi da vivere. In questo contesto il ruolo dell’Archeologico è fondamentale, fa da traino al territorio offrendo spunti di riflessione e invitando ad approfondire la ricchissima offerta della Sardegna.

La cultura sostiene il turismo?
Sicuramente sì.

E non solo in estate.
Far arrivare i turisti anche in altri periodi dell’anno è un problema comune a tante località turistiche. Da siciliano conosco molto bene la questione. Per questo pensiamo e mettiamo in atto forme di promozione internazionale. Un esempio è il prestito effettuato dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari del ritratto dell’imperatore Nerone proveniente da Olbia al British Museum, un altro esempio è la mostra «Sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo». Si è appena conclusa la tappa di Berlino, nella prestigiosa sede del Neues Museum, che dal primo luglio al 3 ottobre ha registrato oltre 96mila visitatori in epoca di contingentamento degli ingressi. Quattro grandi musei internazionali che ospitano una monografia sulla Sardegna è sicuramente un modo per incuriosire il grande pubblico e un motore per convogliare presenze sull’isola.

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