Il Man di Nuoro è un pensatoio

Il museo sardo si è affermato negli anni tra le maggiori realtà del panorama dell’arte contemporanea

Una veduta del Man nel 2018. Foto di Donato Tore, cortesia Man
Elsa Pascalis |  | Nuoro

Il Man (Museo d’Arte della Provincia di Nuoro), istituito come Pinacoteca Provinciale per conservare le opere dei maggiori artisti sardi del Novecento, si è affermato negli anni tra le maggiori realtà del panorama internazionale dell’arte contemporanea, diventando un landmark capace di restituire al capoluogo barbaricino la sua anima culturale.

L’apertura verso le grandi mostre del contemporaneo, con la direzione di Luigi Fassi, ha rotto lo schema del ’900, consacrando la vocazione del museo a essere un «pensatoio», come ama definirlo il suo direttore. Uno spazio laboratorio di ricerca e di produzione artistica, che non perde mai di vista il territorio. «Il Man guarda al mondo da prospettive multifocali» afferma Fassi, è un contenitore che include visioni differenti pur tenendo alto il ragionamento sulle sue radici storiche e culturali. Le mostre sono ideate, prodotte e costruite dal museo sull’idea di entrata e di uscita: esposizioni di artisti sardi che guardano oltre l’isola si alternano a quelle di altri artisti che guardano verso la Sardegna.

Con la mostra «Vittorio Accornero - Edina Altara. Gruppo di famiglia con immagini», fino al 23 gennaio, e quella dello scorso anno dedicata ad «Anna Marongiu», si analizza l’opera di due donne sarde, la Altara (Sassari, 1898-Lanusei, 1983) e la Marongiu (Cagliari 1907-Ostia 1941), protagoniste della scena artistica nazionale e internazionale del loro tempo.

Le mostre «Guido Guidi in Sardegna: 1974, 2011» (nel 2019) e «Lisetta Carmi - Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-76» (conclusasi lo scorso giugno) regalano invece uno spaccato dell’isola visto da chi arriva da fuori. Quest’ultima è ora al Macte (Museo di Arte Contemporanea di Termoli), ed è un esempio di esportazione di prodotti culturali locali d’eccellenza, come la personale di Kiluanji Kia Henda «Something Happened on the Way to Heaven», curata da Luigi Fassi, prodotta dal Man ed esposta anche nelle Galerias Municipais di Lisbona a inizio 2021.

Kiluanji Kia Henda, tra i più significativi artisti di origine africana dell’arte contemporanea, vincitore del Frieze Artist Award, invitato in residenza dal museo nuorese in collaborazione con Sardegna Film Commission e Luma Foundation di Arles, è giunto in Sardegna per un progetto già sperimentato precedentemente con l’artista franco-ivoriano François-Xavier Gbré, evidenziando il desiderio di fare sistema attraverso la relazione di storie, idee e spunti di riflessione.

Tra le tante le collaborazioni del Man con altre istituzioni culturali ricordiamo quelle con Fondazione di Sardegna, Isre, la Dalloul Art Foundation di Beirut, la Fondazione Artis di New York, la Quadriennale di Roma. «Nel 2022, a 120 anni dalla nascita, presenteremo al pubblico una mostra sul grande scrittore, pittore e intellettuale italiano Carlo Levi, rivela in anteprima Luigi Fassi. Le riflessioni che l’autore trascrive nel suo diario di viaggio “Tutto il miele è finito” raccontano una Sardegna tra miti e archetipi. È un progetto capillare che riattiva un dibattito decisivo sulla Sardegna degli anni ’50 e ciò che è diventata».

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