Omar Galliani tra Leonardo e Wim Wenders

Al Marca di Catanzaro opere di grandi dimensioni per illustrare la carriera dell'artista emiliano

Una veduta dell’allestimento della mostra «Il disegno non ha tempo» di Omar Galliani, Marca, Catanzaro
Stefano Luppi |  | Catanzaro

«Il disegno non ha tempo», titolo scelto per la mostra di Omar Galliani (Montecchio Emilia Re, 1954) al Marca, fino al 31 dicembre, deriva da una frase del maestro dedicata a quello che forse è il più immediato medium artistico umano, quello legato ai «funzionamenti» del cervello. Da ciò ne deriva una «forza» che per Galliani affonda le radici visive in un dialogo continuo che nella sua carriera si è dipanato tra il ricordo dei grandi del passato, come Leonardo da Vinci, i contemporanei come De Dominicis e Robert Longo, arricchiti dall’immaginario fornito con i loro film da registi quali Michelangelo Antonioni, Win Wenders, Robert Altman.

È questa la «ricetta» che sta alla base delle opere, spesso di grandi dimensioni, scelte per l’esposizione di Catanzaro, attraverso un percorso che parte da un disegno del 1977, «Dalla bocca e dal collo del foglio». La curatrice Vera Agosti ha poi scelto opere storiche del maestro reggiano datate anni ’80 come «Cavalieri d’Ellissi» e «Cadmio» fino a «Mantra per Laura» realizzato alla fine del secolo scorso.

La stragrande maggioranza di quanto esposto, però, risale al nuovo secolo con lavori, realizzati su tavole di pioppo arricchite con l’ormai noto nero della grafite e dedicati ai grandi temi filosofici della storia umana a cui Galliani ha ora aggiunto la pandemia. Ecco allora ordinati nelle sale lavori come «Omar Roma Amor» del 2012, «Per Santa Teresa D’Avila» del 2016 e i recentissimi «De rerum natura», il trittico «Nella costellazione di Orione», «Baci rubati/Covid 2019». Chiudono l’esposizione due inediti del 2021, «Chlorophelia» e «NGC/7419».

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