Guttuso a tu per tu con Botticelli

In asta da Blindarte anche un inedito Luca Giordano (a Napoli) e un Mathieu del 1975-77 (a Milano)

«L'Angelo custode» di Luca Giordano (particolare; stima su richiesta). Cortesia Blindarte «La Primavera» (1984) di Renato Guttuso (particolare; stima 150-200mila euro). Cortesia Blindarte «Marborée II» (1975-77) di Georges Mathieu (stima 70-90mila euro). Cortesia Blindarte
Arianna Antoniutti |

È triplice l’appuntamento che Blindarte propone giovedì 25 novembre: difatti, nella sede di Napoli, a partire dalle 15.30, sono presentate le aste di «Gioielli, orologi e oggetti d’arte» e di «Dipinti antichi e del XIX secolo», mentre nella sede di Milano, dalle 18.30, sono battuti i 148 lotti della vendita di «Arte moderna e Contemporanea».

Tra i dipinti antichi dell’asta napoletana, uno dei lotti di maggiore pregio è sicuramente costituito dall’olio su tela, inedito, «L’Angelo custode» di Luca Giordano, datato agli ultimi anni del Seicento (stima su richiesta), e che Stefano Causa definisce, nella scheda che accompagna l’opera, «tra i più significativi autografi di Giordano riemersi sull’onda delle ultime mostre monografiche di Parigi e Napoli». La magnifica figura dell’angelo presenta alle spalle un paesaggio napoletano, così descritto da Causa: «Dietro alla gamba dell’angelo, flessa a mo’ di sipario, scopriamo un fondale inaspettato. Giordano non è nuovo a queste sorprese. Finito il quadro ricomincia il quadro ripartendo, precisamente, da Napoli».

Ancora un angelo, questa volta alla guida di Tobiolo, per l’opera, anch’essa inedita, del pittore settecentesco Filippo Falciatore. Stimato 12-18mila euro, l’olio su tela proviene dalla quadreria del principe Caracciolo. Fra gli autori stranieri, è il tedesco Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, cui si deve la coppia di acqueforti acquerellate con soggetti ripresi dai vasi della collezione di Lord Hamilton (2.500-4.500).

Notevoli le presenze napoletane anche fra i lotti del XIX secolo, come Michele Cammarano di cui si propone «Mura di Pompei» (10-12mila), esposto alla mostra celebrativa del pittore a Napoli nel 1959. Scuola napoletana anche per l’abruzzese Filippo Palizzi, presente con un tema a lui molto caro, quello degli animali. Protagonista dell’olio su tela è difatti un «Asinello solleticato» (18-22mila). Intenso, come tutti i ritratti di Antonio Mancini, è infine il pastello su carta «Gaetanina» (18-22mila), realizzato nel 1915 per Fernand du Chene de Vére, mecenate del pittore.

Scorrendo i lotti dell’asta milanese, fra i principali è senz’altro «Wrapped monument to Vittorio Emanuele (Project for Piazza del Duomo)» (100-150mila), progetto di Christo, firmato e datato 1970, per l’intervento compiuto sul monumento di Vittorio Emanuele II a Milano. Pensata per celebrare i dieci anni del Nouveau Réalisme, l’azione di «impacchettamento» della scultura ebbe durata brevissima, un solo giorno, a causa delle proteste dei cittadini. Il progetto in asta, realizzato a matita, collage, nastro adesivo, gessetto e pennarello su carta, è una delle rare testimonianze dell’intervento.

Quotazioni non dissimili per un’opera assai distante, su tutti i fronti, il grande olio su tela (190x380 cm) di Renato Guttuso «La Primavera» del 1984 (150-200mila), nato dagli schizzi dal vivo che il pittore poté trarre, in completa solitudine, di fronte all’opera di Botticelli durante il suo restauro.

Sicuramente interessante è poi il nucleo di opere di Mimmo Paladino, Enzo Cucchi e Sandro Chia che ripercorrono la storia della Transavanguardia, come pure la sezione dedicata a Jan Fabre, tra cui «L’homme qui donne du feu», scultura del 1999 (25-30mila).

Ancora arte internazionale con la gouache di Fernand Léger del 1948 da titolo «Le coq jaune» e stimata 25-35mila, o con «Marborée II» (70-90mila), tela del 1975-77 di Georges Mathieu.

Tornando in Italia, di Agostino Bonalumi è in asta un’opera a lunga esposta al Museo Madre nell’ambito dell’iniziativa «Per formare una collezione». La tela estroflessa e tempera vinilica, eseguita nel 1974, è intitolata «Bianco» (40-60mila).

Grande attenzione è rivolta all’arte del nostro presente, con artisti stranieri quali Jordan Wolfson, Christian Rosa, Padraig Timoney, Aaron Young, Ethan Cook, Nicolas Deshayes, Asger Dybvad Larsen e Jeff Koons. Di quest’ultimo è all’incanto la piccola porcellana (27 cm di diametro) «Baloon Dog» del 1995 (5-7mila).

Non mancano, infine, i nomi di artisti italiani contemporanei: Manfredi Beninati, Matteo Basilé, Jacopo Miliani, Flavio Favelli e, con «My Mother’s Room - Memory I», 2015 (3-4mila), Gian Maria Tosatti, l’artista che rappresenterà l’Italia alla prossima Biennale di Venezia.

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