Lo sguardo dissacrante di Martin Parr

150 immagini dell’autore inglese su una delle ossessioni e passioni dei nostri tempi, lo sport

Bianca Cavuti |  | Torino

A partire dal 28 ottobre e fino al 13 febbraio, Camera dedica una grande mostra a quello che può ormai essere considerato un mito indiscutibile della fotografia contemporanea: Martin Parr. «Martin Parr. We ❤ Sports», a cura di Walter Guadagnini con Monica Poggi, e realizzata in collaborazione con Gruppo Lavazza, partner istituzionale e storico sostenitore di CAMERA, e con Magnum Photos, propone una cronaca dissacrante e divertente di una delle ossessioni e passioni dei nostri tempi: lo sport.

E lo fa in un’occasione particolare, quella della prima edizione torinese delle Nitto ATP Finals. Il percorso si snoda attraverso 150 immagini che uniscono fotografia e sport attraverso gli scatti che l’autore inglese ha realizzato durante diversi eventi sportivi. Come sempre accade nelle sue opere, l’interesse del fotografo si concentra sui comportamenti sociali, sulle abitudini, sugli stereotipi e sui paradossi che contraddistinguono la vita moderna.

Il tutto indagato attraverso il filtro dell’ironia, che oltre a rientrare in una lunga tradizione nazionale, diventa per l’artista un veicolo per rendere più comprensibili e accessibili le tematiche che decide di esplorare. Le immagini esposte rappresentano persone concentrate a osservare o praticare le discipline sportive più disparate, dalle corse di cavalli fino allo sci, passando per il Tai Chi visto per le strade di Shanghai.

Un’attenzione particolare è riservata al tennis, con la presentazione di una serie di fotografie che, a partire dal 2014, Martin Parr ha realizzato durante i quattro tornei di tennis più prestigiosi: gli Open d’Australia e di Francia, Wimbledon e gli US Open.

Soggetti privilegiati sono i tifosi stravaganti, che indossano travestimenti e gadget vistosi e ostentano abiti appariscenti, immortalati in coreografie concitate e goliardiche, al limite del grottesco, con gli atleti che diventano quasi un pretesto per raccontare ciò che accade intorno a questo tipo di eventi. Fotografie che appaiono divertenti e sarcastiche, e nello stesso tempo estremamente e acutamente critiche verso le dinamiche e le situazioni che rappresentano, che sono poi quelle tipiche della società in cui viviamo e siamo immersi.

Quello di Martin Parr è uno sguardo riconoscibile anche dalla qualità cromatica delle sue immagini: il colore è infatti un elemento distintivo della sua poetica, che l’autore elabora a partire dagli anni Ottanta, anche sulla scia di figure rivoluzionarie come quelle di Joel Meyerowitz, William Egglestone e Stephen Shore.

La mostra presenta inoltre una serie di rare opere in bianco e nero realizzate dal fotografo all’inizio della sua carriera. Cruciale è anche l’adesione incondizionata all’estetica della fotografia amatoriale e del kitsch che trapela dalle immagini in mostra. Il lavoro di Martin Parr propone uno sguardo enciclopedico che affronta in maniera inconfondibile e anticonvenzionale la documentazione sociale, consegnandoci la sua originalissima versione della realtà.

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