Giorno per giorno nell'arte | 20 ottobre 2021

Un libro ebraico di preghiere a 8,3 milioni di dollari | La Cavallerizza Reale a Fondazione Compagnia di San Paolo e Università di Torino per 11 milioni | Una spada delle Crociate al largo delle coste di Israele | La giornata in 15 notizie

Il libro di preghiere venduto da Sotheby's. © Sotheby's
Redazione |

Il 19 ottobre Sotheby's ha venduto un manoscritto ebraico datato tra il tardo XIII e gli inizi del XIV secolo per 8,3 milioni di dollari, il doppio della sua stima. Il lotto ha fatto registrare il prezzo record di sempre all'asta per un libro ebraico di preghiere. [ArtNews]

A Torino per la Cavallerizza Reale, per cui era stato pubblicato un bando di vendita, è giunta l'offerta della cordata Fondazione Compagnia di San Paolo e Università di Torino. Con 11,3 milioni di euro i due enti si sono aggiudicati il lotto 5, che comprende la Corte delle Guardia, l'Ala del Mosca e il Nucleo delle Pagliere, con i relativi spazi esterni adibiti a cortile. L'accordo tra i due enti prevede la realizzazione di un polo culturale. Avvio dei lavori non prima del 2023.

In Israele un sub, durante un'immersione al largo della costa settentrionale, ha individuato una serie di antichi manufatti che includevano anfore, ceramiche e una spada lunga un metro risalente all'epoca delle Crociate. L'area offriva riparo ad antiche navi ed era già stata sede di ritrovamenti archeologici. [La Stampa]

Quattro angeli in marmo del XVII secolo trafugati da due chiese di Guardia Sanframondi (Bn) sono stati restituiti dal vice comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale Danilo Ottaviani al parroco della Chiesa di San Sebastiano don Giustino di Santo. [AgCult]

Il Premio Nacional de Artes Plasticas è stato attribuito all'artista concettuale spagnola Dora García. [El País]

L’Istituto Centrale per il Restauro cerca due esperti chimici per il Laboratorio di Chimica e il Laboratorio di Prove sui Materiali. La domande di partecipazione dovranno essere presentate entro le ore 13 del 19 novembre 2021. [Ministero della Cultura]

Nel carcere femminile di Rebibbia, a Roma, Renzo Piano ha inaugurato il 19 ottobre la Casa per l'affettività e la maternità (Ma.Ma), uno dei suoi celebri «rammendi» nelle periferie d'Italia: è una casetta rossa di 28 metri quadrati, che racchiude ciò che serve a ricordare la vita di fuori, la famiglia, gli affetti, la normalità dei sentimenti. [Ansa]

A Parigi il 13mo e 14mo Arrondissement sono un nuovo centro attrattore di arte e cultura: gerbidi riconvertiti in musei improvvisati, affreschi giganti, una scena rap vibrante... Le opere di diversi artisti testimoniano il loro attaccamento a questi quartieri. [Le Monde]

Giro tra gli stand di FriezeFrieze Masters a Londra di Silvia Anna Barrilà, Giovanni Gasparini e Simone Filippetti : emerge una vivacità del mercato, anche se per le gallerie europee continentali (e soprattutto per le italiane) sono scattati dazi con aliquote che oscillano dal 5 al 10% a causa della Brexit. [Il Sole 24 Ore]

L'esposizione «Inferno» alle Scuderie del Quirinale a Roma, a cura di Jean Clair e Laura Bossi, ha registrato nel primo weekend oltre 3mila visitatori. [Ansa]

Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MaXXI, ha dichiarato che il museo romano ha registrato «il suo miglior agosto». I visitatori sono stati 14.206 (nell'agosto 2011, a un anno dall'inaugurazione, erano stati 12.169). [Ansa]

Francesca Gavin ha fatto un giro di opinione di esperti su quanto può valere l'opera d'arte di un artista esordiente. Le risposte sono state circostanziate e dettagliate. [artnet.com]

Mostre in apertura

Si inaugura il 20 ottobre negli spazi della Triennale a Milano la rassegna «REFOCUS. Archivio visivo della pandemia», a cura di Matteo Balduzzi e Matteo Piccioni. La collettiva, allestita in forma di videoproiezione immersiva, espone i risultati del progetto voluto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura, in collaborazione con Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo e Triennale Milano. Le 360 immagini esposte, realizzate da 40 fotografi, sono il risultato di due open call lanciate lo scorso anno, in primavera e in autunno, per documentare il tempo del lockdown e i cambiamenti sociali che ha prodotto. La rassegna è anche accompagnata dal volume Almanac of Suspension, edito da Witty Books. [Chiara Coronelli]

Mostre in chiusura

Marta Naturale
(1990) vive e lavora tra Noale e Venezia. Fa parte di quelle persone che nel periodo di quarantena ha fatto tesoro del «ripresentarsi indolente delle medesime situazioni», perché lo ha avvertito come uno stimolo per la propria ricerca pittorica. Si è data 200 metri come limite di spostamento massimo dalla sua abitazione e si è dotata di una macchina fotografica con cui è tornata a mappare dagli spazi domestici alle strade desolate e ad altri luoghi fino ad allora trascurati, ma ora bloccati in un tempo sospeso, dove diventa più forte la «sensazione di incombenza dell’ignoto». Fino al 13 novembre Francesca Antonini accoglie la prima personale della Naturale, che allinea due cicli di pitture inedite, in tutto quindici piccole tempere all’uovo su tavola eseguite tra il 2013 e il 2021. In bilico tra il momento della quotidianità anonima e una sorta di sensazione interiore di attrito con quella realtà vissuta, i paesaggi, le vedute, morte sono osservati sempre da un punto di vista frontale, che rende inquietante quel ravvicinato faccia a faccia alla fine con noi stessi. «Naturale sceglie il titolo “La passeggiata” per il suo primo assolo, spiega Francesca Antonini, come a volere prendere per mano lo spettatore per condurlo in una lenta attività esplorativa. Volutamente di piccole dimensioni, i suoi dipinti spingono l’osservatore a esserne attratto; le dimensioni inquadrano perfettamente la grandezza di un volto, spingendo ognuno di noi a una esperienza solipsistica con ogni singola opera». [Francesca Romana Morelli]

Fino al 14 novembre, la Galleria Nazionale Ungherese di Budapest presenta «Gerhard Richter. Truth in Semblance», che, oltre a essere la prima mostra di Richter in Ungheria, ha la particolarità di illustrare tutte le epoche della sua produzione artistica, con opere da collezioni pubbliche e private internazionali. Le oltre 80 (ma sono presenti quattro serie più grandi e articolate in più parti per un totale di circa 200 lavori) scelte dalla curatrice Kinga Bódi spaziano dagli iconici dipinti fotografici degli anni Sessanta alle più famose opere astratte e coloristiche fino ai più recenti disegni a grafite, che segnano una sorta di «postfazione» alla sua opera pittorica, di cui lo stesso Richter (90 anni nel 2022: è nato a Dresda nel 1932) ha nell’ottobre 2020 annunciato la «conclusione». Punto di forza della mostra è proprio questo essere una sorta di «riepilogo» dell’attività di Richter. Per più di cinquant’anni la sua opera si è concentrata sulla dissoluzione del confine fra realtà e apparenza, sull’allargamento delle inquadrature, sulla rappresentatività di diverse «realtà» in un linguaggio pittorico che si è avventurato dal figurativo all’astratto, dalle immagini sfocate alle superfici lucide e nitide, dai quadri grigi alle più vigorose scale cromatiche, dai ritratti ai paesaggi, da un lato sperimentando tutti gli strumenti della pittura moderna e di quella antica (soprattutto Tiziano, Vermeer, Caspar David Friedrich), dall’altro creando universi pittorici sempre nuovi, ognuno lontano dai precedenti. [Giovanni Pellinghelli del Monticello]

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