Artisti cubani rifiutano di tacere

Mentre Amnesty International chiede il rilascio dei «prigionieri di coscienza», un movimento inizia a boicottare la Biennale dell'Avana

L'11 luglio sono scoppiate manifestazioni contro il partito comunista in tutta Cuba, all'urlo di «Vogliamo la libertà!» © Yamil Lage/AFP via Getty images
Daniel Cassady |  | L’Avana

Amnesty International ha definito «prigionieri politici per motivi d’opinione» gli artisti cubani Hamlet Lavastida e Luis Manuel Otero Alcántara (secondo «Time» tra i 100 personaggi più influenti del 2021) apertamente critici nei confronti della repressione governativa e detenuti da mesi in carceri di massima sicurezza pur in assenza di prove.

La dichiarazione di Amnesty è «un gesto simbolico per le molte altre centinaia di persone che probabilmente meriterebbero la stessa designazione», afferma Erika Guevara Rosas, direttrice dell’organizzazione per le Americhe, chiedendo il «rilascio immediato e incondizionato» di tutti i detenuti. Ma il regime cubano non dà segno di allentare la presa sui dissidenti.

Sempre ad agosto, il Governo ha approvato un nuovo decreto che limita l’uso dei social media e di internet; le nuove leggi considerano reato l’incitamento ad atti «che alterino l’ordine pubblico» (come organizzare o persino mostrare sostegno a proteste pacifiche) e ordinano ai provider di internet di interrompere l’accesso a tutti gli utenti che «diffondano notizie false o danneggino l’immagine dello Stato».

La repressione è iniziata a luglio, quando migliaia di cubani sull’isola sono scesi in piazza in una delle più grandi proteste di massa che il Paese abbia visto dalla rivoluzione di Castro del 1959. Le manifestazioni a favore di una Cuba più libera e liberale si sono diffuse nell’isola contro l’iperinflazione, la crescente disuguaglianza, la mancanza di cibo e medicine e l’inefficienza del Governo contro la pandemia, e sono state spesso guidate da artisti tra cui Lavastida e Otero Alcántara, già arrestati decine di volte negli ultimi anni per mostre antigovernative e a favore della libertà di parola.

Il presidente Miguel Díaz-Canel ha risposto con una contromanifestazione, invitando i «rivoluzionari» a inondare le strade a sostegno del Governo e le forze di sicurezza dello Stato hanno arrestato decine di manifestanti, tra cui Otero Alcántara. Lavastida è stato incarcerato dalle forze di sicurezza dello Stato il 26 giugno, quando è tornato a Cuba da una residenza a Berlino, e rimane in prigione per quello che è essenzialmente un crimine di pensiero.

Il Governo ha messo le mani su messaggi criptati inviati ad altri attivisti, in cui Lavastida suggeriva di contrassegnare la valuta cubana con acronimi per i due più importanti movimenti di libertà guidati da artisti, 27N e MSI (Movimento di San Isidro). «Il Partito comunista cubano ha cancellato ogni altra forma di rappresentanza e partecipazione politica. Che si tratti di Fidel Castro, Raúl Castro o di Díaz-Canel: finché il partito comunista sarà al potere, Cuba sarà una “dittatura” e nulla cambierà», ci ha detto Lavastida. Intanto si moltiplicano gli appelli al boicottaggio della 14ma Biennale dell’Avana prevista a novembre, con il titolo forse ironico «Futuro e Contemporaneità».

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