Il registrar, l'angelo custode dell'arte

Una professione ancora poco riconosciuta in Italia, una figura fondamentale nei musei esteri

La registrar delle Gallerie Barberini Corsini ispeziona «Giuditta e Oloferne» di Caravaggio al rientro da un prestito
Elena Correggia |

Un lavoro versatile e prezioso per i musei e non solo, che coniuga competenze trasversali nella gestione dei beni artistici e nella loro movimentazione, ma ancora poco riconosciuto in Italia. Per comprendere meglio chi sia il registrar, abbiamo intervistato Alessandra Donati, avvocato, direttore del corso di formazione per «Curatore di Archivio d’Artista» di AitArt e Of Counsel di ADVANT Nctm, nonché direttrice dell'unico master italiano in professione registrar, che prenderà avvio a gennaio 2022 all’Accademia Aldo Galli di Como.

Il master da lei diretto rappresenta un unicum in Italia. Quali sono gli obiettivi del corso e le competenze principali che intende sviluppare?
Il master si colloca nel panorama più ampio della gestione del patrimonio culturale artistico: diventare un bravo registrar significa saper individuare e valutare velocemente i rischi, conoscere le regole e predisporre gli adempimenti necessari per rendere efficiente e sicura la movimentazione di beni preziosi. Durante il corso si affronteranno tematiche della gestione delle collezioni, dell’inventariazione, del restauro, della conservazione, del trasporto e dell’assicurazione di opere d’arte, con focus specifici dedicati a elementi di exhibit design, pianificazione e gestione logistica delle diverse fasi. Il piano di studi del master, strutturato in 11 moduli, alterna lezioni teoriche ad altre in cui prevale una componente più pratica e laboratoriale e si completa con un tirocinio presso alcune delle più importanti istituzioni legate al patrimonio storico e contemporaneo.

Nella pratica quali sono le attività specifiche di cui si occupa il registrar?
Il suo lavoro si declina in tre principali specializzazioni: la gestione della richiesta di prestito delle opere in entrata e in uscita (Loan Registrar),l’allestimento e realizzazione di un evento espositivo temporaneo (Exhibition Registrar), e quello della gestione di allestimenti permanenti, inventariazione, controllo dello stato e dei parametri di conservazione delle opere in collezione, sia esposte sia in deposito (Collection Registrar). Questa figura assicura dal punto di vista organizzativo la movimentazione delle opere, la relativa documentazione e le procedure che la regolano. In particolare redige, documenta e organizza gli atti relativi all’acquisizione, al prestito, all’assicurazione, alla spedizione e alla sicurezza delle opere; segue l’iter inerente al trasferimento delle opere all’esterno e all’interno del museo; è responsabile delle procedure di prestito in entrata, nel caso di mostre organizzate dal museo e collabora con i responsabili della sicurezza e della conservazione nello svolgimento dei propri compiti. Sono quindi necessarie competenze multidisciplinari: storia dell’arte, museologia, restauro, archivistica, ma anche specifiche competenze legali inerenti alla contrattualistica, alla tutela del diritto d’autore, alla disciplina relativa alla circolazione nazionale e internazionale delle opere, al valore delle autentiche e delle certificazioni di provenienza, dei condition report e dei facility report.

Il registrar è una figura chiave per i musei ma in Italia non ha ancora un suo specifico inquadramento. Che cosa accade invece all’estero e che cosa si potrebbe fare in Italia per una sua istituzionalizzazione?
La Carta nazionale delle professioni museali di Icom ha già da tempo individuato il registrar definendolo come «responsabile del servizio prestiti e della movimentazione delle opere». Analogamente a ciò che avviene all’estero, dove in tutti i musei è presente il registrar, anche in Italia la richiesta di questa specifica figura altamente specializzata è divenuta sempre più necessaria ed è profilo fondamentale non solo nel contesto museale. Finora però le sue competenze si acquisiscono lavorando direttamente sul campo. All’estero, ad esempio in Francia, lo sviluppo di corsi universitari specifici (da Amiens a Bordeaux, all’École du Louvre di Parigi, alla Sorbona Parigi I, a Rennes e Strasburgo) ma anche in Inghilterra all’università di Leeds, dimostra il bisogno di alta formazione avanzata per questa professione. Con il master abbiamo pertanto articolato un’offerta formativa di altissimo livello ed è nostro intento sollecitare il Mic a procedere alla regolarizzazione e istituzionalizzazione di questa figura così importante per la cura delle opere d’arte e delle collezioni museali.

Esiste in Italia un’associazione di registrar di opere d’arte? Quali sono le sue finalità?
Il master è patrocinato dall’associazione Registrarte, di cui Linda Pacifici, registrar di Palazzo Strozzi e membro del comitato scientifico del master, è presidente. L’associazione è nata nel 2000 e conta più di 100 iscritti tra i professionisti del settore. In oltre vent'anni ha organizzato giornate di studio nazionali e nel 2002 ha pubblicato il volume Registrar di Opere d'Arte. Atti della Terza Conferenza Europea. Dal 2015 fa infatti parte degli stati membri dell’European Registrar Group (Erg), espressione di una cooperazione internazionale nata con l’intento di lavorare su obiettivi comuni e condivisi attraverso la creazione di gruppi di lavoro incentrati su diverse tematiche.

Quale tipo di formazione deve avere, preferibilmente, un giovane che aspira a frequentare il master?
Il master si rivolge a laureati e diplomati in ambito artistico e culturale (ad esempio storia dell’arte, estetica, conservazione e gestione dei beni culturali) e a restauratori, archeologi, curatori e architetti. È indicato inoltre per i laureati in altre discipline che vogliono acquisire competenze professionali specifiche nell’ambito dell’arte, nell’ottica di un riposizionamento professionale all’interno di enti espositivi o istituzioni museali, fondazioni e gallerie d’arte.

Quali i principali sbocchi occupazionali del registrar?
È possibile che si inserisca in diversi contesti: musei, fondazioni, grandi gallerie, collezioni private, manifestazioni fieristiche internazionali e biennali, ma anche aziende di logistica e di assicurazione dedicate al settore, e tutti gli enti che necessitano di movimentare e gestire opere d’arte o manufatti di varia tipologia. Oltre alla preparazione accademica di base però, per approcciare questa professione sono importanti alcune attitudini personali come la precisione, l’attenzione ai dettagli e la capacità di fare più cose insieme, oltre ovviamente a un grande amore per l’arte, visto che il registrar è una sorta di «angelo custode» dei beni artistici.

© Riproduzione riservata Alessandra Donati
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