La dinastia dei conti-fotografi Tozzoni

Presentato il lavoro di recupero del patrimonio fotografico del Fondo omonimo

Guigoni & Bossi, «Ritratto di Elena d'Orléans Duchessa d'Aosta», gelatina ai sali d’argento, 1897
Stefano Luppi |

«Fotografia storica a Imola e in Romagna. Appunti sul patrimonio fotografico in alcune Istituzioni pubbliche romagnole» è il convegno che il primo ottobre in Palazzo Tozzoni ha segnato l’avvio di due mesi dedicati alla fotografia storica. La giornata di studi organizzata dai Musei Civici con i fondi assegnati dal bando Strategia Fotografia 2020, ha visto l’intervento di Luigi Tomassini, Pierangelo Cavanna e Cinzia Frisoni, e ha avuto come tema centrale la presentazione del lavoro di recupero, in corso dal 2003, del patrimonio fotografico del Fondo Tozzoni, ora in parte già inventariato, restaurato e digitalizzato.

Alla raccolta (che conta circa 3mila fotografie tra negativi su lastra di vetro e su pellicola, positivi, cartes de visite, e ben 15 album) appartengono vari nuclei realizzati da 250 fotografi italiani e stranieri, e da sempre custoditi nel palazzo della famiglia, donato dall’ultima erede al Comune nel 1978, con tutto l’archivio.

Il materiale raccolto dal conte Francesco Tozzoni (1838-95) e dal figlio Francesco Giuseppe (1859-1929) comprende albumine, aristotipi, platinotipi, ferrotipi, cianotipi, stampe ai pigmenti, alla gelatina-bromuro e fotomeccaniche, un raro ivorytype e un prezioso dagherrotipo del 1843.

Tra gli album si ritrovano anche quelli che Francesco Giuseppe ha realizzato durante la circumnavigazione del globo a bordo della corvetta Vettor Pisani tra 1882 e 1885; nei suoi viaggi in automobile; e nelle tenute di famiglia.

Fino al 14 novembre i Musei imolesi presentano anche «Dalle stanze del palazzo al mondo. Vita quotidiana e vita pubblica attraverso le fotografie della famiglia Tozzoni»: 36 gigantografie ricavate dalle fotografie storiche del fondo esposte nella casa museo.

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