Un’Arca di luce per valorizzare Arezzo

Il nuovo itinerario per il complesso monumentale del Duomo di Arezzo, del Palazzo Vescovile e del Museo diocesano di arte sacra (Mudas)

La trecentesca Arca di San Donato nel Duomo di Arezzo
Laura Lombardi |  |  Arezzo

«Arca di luce» è il nuovo itinerario che valorizza il complesso monumentale del Duomo di Arezzo, del Palazzo Vescovile e del Museo diocesano di arte sacra (Mudas). Il titolo si riferisce al fulcro spirituale del Duomo, la trecentesca Arca di San Donato, realizzata da Agostino di Giovanni, Agnolo di Ventura, Giovanni di Francesco e Betto di Francesco che accoglie i resti mortali del santo patrono di Arezzo, ma pure al ciclo di vetrate della Cattedrale, realizzate da Guillaume de Marcillat (1516-24).

«Arca di Luce», inoltre, è attributo della Vergine, cui è dedicata la cappella della Madonna del Conforto, realizzata dopo il miracolo del 1796, e al cui interno sono tre terrecotte robbiane invetriate. Tra le altre opere che vedono la luce, protagonista è l’affresco di Piero della Francesca della «Maria Maddalena», del 1459 circa, quando Piero era intento ad affrescare nella Basilica di San Francesco la «Leggenda della vera croce».

Dal Duomo ci si sposta nel Palazzo Vescovile, dove, dal 2011, si sviluppa in cinque sale il Mudas, con dipinti di Bartolomeo della Gatta, Luca Signorelli e Giorgio Vasari, sculture (come i tre rari crocifissi lignei, tra fine XII e inizi XIII secolo), manoscritti miniati, parati e oreficerie. Al primo piano sono inoltre la quadreria, gli affreschi di inizio del Seicento dell’aretino Teofilo Torri e la Camera dei Papi.

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