Verità specchiata

La più completa retrospettiva di Michelangelo Pistoletto mai presentata in Svizzera, dai quadri specchianti al Terzo Paradiso

Michelangelo Pistoletto, «Autoritratto oro», 1960 (particolare)
Ada Masoero |  | Ascona

Il Museo Comunale d’Arte Moderna, con il Museo Castello di San Materno, dedica a Michelangelo Pistoletto la più completa retrospettiva mai presentata in Svizzera. Realizzata con Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Biella, e curata da Mara Folini, direttrice dei Musei, e Alberto Fiz, la mostra «La Verità di Michelangelo Pistoletto. Dallo Specchio al Terzo Paradiso» (fino al 26 settembre) evoca nel titolo stesso la presenza, ineludibile qui, di quel Monte Verità dove dal 1902 si riunì una colonia di utopisti e naturisti, teosofi e rivoluzionari, in fuga dalla vita urbana e dall’industrializzazione.

Se con loro Pistoletto condivide la tensione verso l’uguaglianza e l’inclusione, al contrario di loro, suggerisce Mara Folini, «con il concetto di “Terzo Paradiso”, porta avanti processi di attivismo relazionale, pacifico e costruttivo, ben diversi dal loro sogno visionario». E «Terzo Paradiso» (il segno matematico dell’infinito riconfigurato dall’artista aggiungendo un anello centrale, simbolo della sintesi auspicata tra la vita in natura del passato e la vita artificiale della modernità) figura sia al Castello San Materno, dov’è formato da 90 piante, sia sul Monte Verità, dov’è composto di pietre levigate e dove, donato dall’artista, resterà.

Nel Museo si ripercorre la vicenda artistica di Pistoletto dagli esordi, con opere emblematiche come «La folla», 1958-59, e «Autoritratto oro», 1960, che anticipano la rivoluzione dei «Quadri specchianti», presenti con esempi storici, dal 1962. Le grandi installazioni degli anni Sessanta dialogano con lavori iconici come «Venere degli stracci», 1967, e «Muro di mattoni», 1968, esemplari dell’Arte povera, ma sono ben documentate anche le azioni collettive dei secondi anni Sessanta, le ricerche del ciclo «Segno Arte» e le installazioni più recenti, fino al grande tavolo specchiante «Love Difference-Mar Mediterraneo», 2003 (anno del Leone d’oro alla carriera), che anticipa le tematiche tragicamente attuali delle migrazioni.

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