Dalla democrazia alla telecrazia

Achille Bonito Oliva: «L’arte trova la sua ragione d’essere nel ruolo di etica resistenza della complessità contro la semplificazione dei mass-media»

Hans Holbein il Giovane, «I due ambasciatori», 1533 (particolare)
Achille Bonito Oliva |

L’arte non è minacciata dalla telematica. La tecnologia è una protesi che può sviluppare un particolare tipo di sensibilità, ma ogni prodotto è frutto di una elaborazione e ogni elaborazione comporta l’applicazione di tecniche strumentali che sviluppano un tipo di incidenza che è e può essere strutturale.

Mentre l’arte alla fine produce un’immagine, un segno, una realtà linguistica che, come un siluro (il teschio di Holbein), viaggia nello spazio e nel tempo. Mentre prima con l’arte il desiderio era quello di passare alla storia, purtroppo con la telematica il desiderio si è molto ristretto e passa solo alla geografia.

Oramai viviamo non più in un sistema di democrazia ma di telecrazia, dove l’arte trova la sua ragione d’essere nel ruolo di etica resistenza della complessità contro la semplificazione dei mass-media. La durata del tempo contro il consumo dell’istante. Ecco affermarsi la resilienza come valore resistenziale e rigenerativo.

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