Il Delta del Po mosaico di storia e biodiversità

Dal Next Generation Eu 55 milioni di euro per un nuovo polo naturalistico e culturale

Il parco del Delta del Po
Stefano Luppi |

È davvero un’ottima notizia per il turismo regionale. La possibilità di sviluppare e programmare la gestione di luoghi unici al mondo. Nella fattispecie il Delta del Po, la zona a cavallo tra Emilia-Romagna e Veneto nella quale il più lungo fiume italiano si tuffa nel Mare Adriatico, dopo un viaggio di 652 chilometri che inizia dalla sorgente di Pian del Re sul Monviso e attraversa 13 province (Cuneo, Torino, Vercelli, Alessandria, Pavia, Lodi, Cremona, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Rovigo).

Il Delta del Po è gestito dai Parchi regionali di Emilia-Romagna e Veneto, che otterranno 55 milioni di euro (30 all’Emilia-Romagna), dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia, il Next Generation Eu di oltre 200 miliardi di euro in discussione a Bruxelles. Benché frequentata dai turisti, è un’area da scoprire, che non ha ancora raggiunto la notorietà che merita soprattutto per la bellezza naturalistica.

Patrimonio Unesco dal 1999, estensione del riconoscimento conferito alla città di Ferrara nel 1995, è importantissima anche dal punto di vista storico e geo-idrogeologico: 18mila ettari deltizi, allargati a 66mila ettari (solo il Parco regionale dell’Emilia-Romagna ne misura 52mila), tenendo presente che l’assetto idraulico attuale deriva dal terremoto di Ferrara del 1570 e dal taglio di Porto Viro, grande opera idraulica realizzata dalla Repubblica di Venezia nel 1604.

Il parco emiliano, presieduto dai politici Michele De Pascale, Nicola Minarelli e Diego Viviani, comprende oltre alla zona di Rovigo (Veneto) le zone umide e salmastre della costa adriatica e dell’immediato entroterra romagnolo: la sacca di Goro, le paludi di Comacchio, Ravenna, le saline di Cervia, le foreste di Argenta e le pinete del Lido di Classe citate anche da Dante Alighieri nella Commedia.

Con i 55 milioni di euro saranno realizzati entro il 2025 una serie di interventi per potenziare opportunità e attrattività legate a questo grande mosaico di biodiversità. Tra le linee di azione previste: lo sviluppo dell’intermodalità ciclabile per il collegamento turistico e di fruizione culturale e ambientale, lo sviluppo dei cammini e delle ciclovie in collegamento con il sistema museale e la rete fluviale e il potenziamento dei percorsi turistico-naturalistici-escursionistici e del sistema di visita e di accoglienza dell’area del Delta del Po Riserva di Biosfera Mab Unesco.

Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna si punta sullo sviluppo della mobilità ciclabile e intermodale attraverso il potenziamento dell’Anello del Sale di Cervia (Ra) e i lavori alla zona dei Lidi Nord (Porto Corsini, Marina Romea, Casalborsetti nord) del Parco Marittimo (Ra). Per lo sviluppo dei percorsi natura, dei siti naturalistici e del sistema di visita e accoglienza figurano anche interventi alle stazioni ravennati del Parco del Delta del Po, la realizzazione di collegamenti naturalistici sul territorio di Argenta e la valorizzazione del Parco naturale di Cervia. Infine, per lo sviluppo di cammini, siti Unesco e strutture museali è previsto, tra gli altri, il recupero del Castello di Mesola (Fe) e la creazione di un nuovo polo culturale integrato che darà vita anche al Museo della nave romana di Comacchio (Fe).

«È un riconoscimento significativo per un progetto che qualifica uno dei tesori naturalistici più importanti al mondo, su un’area unica del nostro Paese, spiegano gli assessori regionali al Turismo, Andrea Corsini e ai Parchi e Forestazione Barbara Lori. Con queste risorse possiamo continuare a salvaguardare e proteggere il nostro patrimonio culturale e paesaggistico e anche a far nascere nuove occasioni di studio e ricerca, come avverrà con il nuovo polo culturale integrato di Comacchio a cui sono destinati 5 milioni di euro».

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