Macchiaioli in avanscoperta

Da Farsetti due aste, il 14 e 15 maggio, con ricchi cataloghi: dal Trecento a Fattori e Borrani

«Sant'Andrea con la Croce e la Bibbia» di Simone di Filippo Benvenuti detto Simone dei Crocifissi (stima 40-50mila euro). © Farsettiarte
Ada Masoero |  | Prato

Farsetti propone due ricchi cataloghi, uno di «Importanti dipinti antichi» (venerdì 14 maggio, dalle 15.30) e uno di «Dipinti e sculture del XIX e XX secolo» (sabato 15, stessa ora), che sono battuti all’asta a Prato e online. Nel primo, oltre a un buon numero di nature morte e paesaggi di autori italiani e fiamminghi, figura un nucleo di dipinti del Seicento fiorentino, culminanti nella «Morte del conte Ugolino» di Donato Mascagni (1570/74-1637), un’opera dalla ricca storia espositiva, riscoperta da Mina Gregori e stimata 40-50mila euro. Stessa valutazione per la tempera su fondo oro attribuito al bolognese Simone dei Crocifissi (Simone di Filippo Benvenuti, 1330 ca -1399 ca) raffigurante «Sant’Andrea», parte di un polittico smembrato che Daniele Benati ascrive agli ultimi anni di attività del pittore.

Coeva, o di poco posteriore, è la preziosa tavoletta su fondo oro di Scuola fiamminga raffigurante la «Sacra Famiglia». Stimata 45-55mila euro, appare molto vicina alla «Sacra Famiglia» conservata al Metropolitan Museum di New York, del Maestro della morte della Vergine (Joos van Cleve?). In catalogo, anche un’altra «Sacra Famiglia», già attribuita da Federico Zeri a Giovanni Bellini ma qui assegnata al suo seguace Pietro degli Ingannati (attivo a Venezia tra il 1529 e il 1548), proposta a 90-130mila euro, mentre si deve a Roberto Longhi l’attribuzione al bolognese Francesco Francia (Francesco Raibolini, 1450-1517) della «Madonna con il Bambino e cardellino» (composizione cara all’artista, più volte ripetuta) stimata 30-40mila euro. La chiusura dell’asta è affidata alla grandiosa, patetica «Scena di commiato» di un (ottimo) pittore romantico del XIX secolo, valutata 45-55mila euro.

Nel catalogo dedicato all’Ottocento e al Novecento, oltre a una scelta di autori post macchiaioli, come sempre molto ampia, figura quel capolavoro di Giovanni Fattori che è «La porta rossa» del 1864-65 (80-110mila), appartenuto a Ugo Ojetti: un piccolo dipinto dalla storia espositiva sconfinata e dall’altrettanto ricca bibliografia, inaugurata da Oscar Ghiglia nella monografia su Fattori del 1913. Qui è accompagnato dal più grande e altrettanto celebre «L’aratura» del 1882 ca (100-150mila), dal dinamismo già pienamente novecentesco, oltre che da altri esempi della sua magistrale pittura di paesaggio e militare, cui si aggiungono la piccola, rara veduta fiorentina «Arrivo della Cavalleria in piazza Santa Maria Novella» del 1890 ca (50-60mila) e il più grande «Avanscoperta» del 1870-75 (160-220mila), dal taglio cinematografico.

Ricchissimo anche il pedigree delle quattro tavolette, riunite dopo essere state smembrate, di Silvestro Lega per il «Cofanetto Tommasi» (75-110mila), un portagioie donato dall’artista alla sorella dei pittori Angiolo e Ludovico, di cui era spesso ospite. La star della vendita è però un altro grande macchiaiolo, Odoardo Borrani, con il suo «Una visita al mio studio» (1872), dipinto pluriesposto e pubblicato (proposto con una stima di 280-350mila euro), che all’alta qualità pittorica somma la singolare curiosità di includere la raffigurazione di altri quadri dell’autore, oltre a una preziosa tela di Telemaco Signorini, «Nei dintorni di Firenze» del 1865-66 (una via assolata di Piagentina), acquistata da Borrani nel 1866: opera che figura anch’essa in asta, con una valutazione di 90-120mila euro.

© Riproduzione riservata «Sacra Famiglia» attribuito a Pietro degli Ingannati (stima 90-130mila euro). © Farsettiarte «Una visita al mio studio (in attesa del pittore)» 1872 di Odoardo Borrani (stima 280-350mila euro). © Farsettiarte «Avanscoperta» (1870-75) di Giovanni Fattori (stima 160-220mila euro). © Farsettiarte «Nei dintorni di Firenze» (1865-66) di Telemaco Signorini (stima 90-120mila euro). © Farsettiarte
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