Fotografare l’Italia ferma

La memoria visiva di Covid e lockdown

Alex Majoli, dalla serie «Covid on scene», 2020 © Alex Majoli Magnum Photos
Chiara Coronelli |

Sono bastati pochi giorni di lockdown perché la nostra realtà si trasformasse in uno scenario distopico: ospedali al collasso, città immobili e deserte, lo shock di non essere più padroni della nostra vita, la natura che si riappropria dei suoi spazi. Al bisogno di darsi una memoria visiva, i fotografi hanno risposto attraverso iniziative istituzionali e personali, spesso veicolate da festival.

Per «Italia In-Attesa», la Direzione Generale Creatività Contemporanea ha commissionato a 12 autori altrettanti racconti del Paese in emergenza sanitaria (esposti a Roma a Palazzo Barberini): un centinaio di immagini per tentare un resoconto sui primi mesi di chiusura. Silvia Camporesi, tra loro, perlustra i luoghi della sua infanzia, piazze con giostre ferme e spiagge deserte tra la Riviera romagnola e Lugo; Francesco Jodice utilizza immagini satellitari per documentare il tempo sospeso nella visione di «luoghi totemici» dal Colosseo allo ZEN di Palermo; Antonio Biasiucci riprende i tronchi tagliati degli alberi come «simbolo delle sparizioni durante la pandemia». A completare il quadro i lavori di Olivo Barbieri, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge.

«The Covid-19 Visual Project. A Time of Distance» è invece un archivio multimediale in progress commissionato dal Festival Cortona On The Move a fotografi italiani e stranieri. Tra le serie confluite spicca «Covid On Scene» di Alex Majoli che ci trasporta nei reparti d’ospedale, nelle città svuotate, tra le moltitudini di bare nelle chiese o sui camion dell’Italia della prima ondata, con un bianco e nero che allenta il limite tra fiction e reportage cancellando il tempo e raccontando l’eterna lotta tra la vita e la morte.

Colpiscono anche l’ambiguità della Londra di Simon Norfolk, un deserto urbano in cui tutto è come sempre in funzione (semafori, luci notturne e colori) e il nitore delle prospettive della Firenze di Edoardo Delille, «una città quasi spettrale nella sua rinnovata bellezza». E ancora, i volti di medici e operatori sanitari degli ospedali lombardi ritratti a fine turno da Andrea Frazzetta (serie valsa la copertina del «New York Times Magazine») e «No Place Like Hope», reportage di Michele Spatari sul Sud Africa (epicentro della diffusione del Covid nel continente).

Tra i progetti per il Festival di Fotografia Etica di Lodi vanno menzionati il reportage di Alessio Romenzi sull’attività di Medici Senza Frontiere nel lodigiano e «La vita al tempo del coronavirus», una selezione tra oltre 10mila scatti da tutto il mondo in risposta a una call internazionale. La sezione Off del SI Fest di Savignano sul Rubicone è stata affidata al collettivo Cesura, con il racconto corale «Interludio» sulla quotidianità durante le chiusure. 

Al PhotoLux Festival, invece, fanno capo le collettive «L’inizio del futuro», sulle fasi e i vari aspetti dell’emergenza, e «Racconti della pandemia», con le immagini del Fondo Covid-19 costituito per documentare il territorio lucchese. Da segnalare infine il progetto di Arcipelago_19, collettivo formato sul web da un gruppo di reporter freelance per «rendere visibile la pandemia: entrando nelle case e negli ospedali».

Lo scorso 18 marzo, giornata internazionale delle vittime del Covid-19, le loro immagini hanno lasciato la rete per essere affisse in 14 città italiane nella campagna #anticorpi. Una prova ulteriore della spinta progettuale che da oltre un anno anima il mondo della fotografia a tutti i livelli, con iniziative scaturite dal bisogno di confronto, condivisione e collaborazione di una pluralità di voci che sanno, però, parlare all’unisono.

© Riproduzione riservata Simone Cargnoni, dalla serie «Prima il silenzio», 2020 © Simone Cargnoni Silvia Camporesi, «Piazza Garibaldi, Lugo», per «Italia in Attesa», 2020 Alex Majoli, dalla serie «Covid on scene», 2020 © Alex Majoli Magnum Photos  Francesco Jodice, «Falansterio, Colosseo #000», per «Italia in Attesa», 2020 (particolare) Michele Amoruso, «Galleria Umberto I, Napoli» per «Anticorpi», 2020 (particolare) © Michele Amoruso Andrea Frazzetta, «Turni di vita e di morte, Monica Falocchi, Spedali Civili di Brescia, Unità di Terapia Intensiva», 2020 © Andrea Frazzetta
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