Dialogo tra antico e contemporaneo a Palazzo Grimani

Nuovo allestimento con sculture classiche nella stanza dei dogi e dipinti site specific di Georg Baselitz

Domus Grimani, la Sala del Doge, 2021
Veronica Rodenigo |  | Venezia

Il Museo di Palazzo Grimani, dimora rinascimentale del doge Antonio poi ampliata e abbellita dagli eredi, continua una personale rinascenza iniziata nel 2019 con il riallestimento della Tribuna. Grazie alla ricollocazione di parte della raccolta di statuaria antica di Giovanni Grimani patriarca d’Aquileia, da lui stesso donata alla Serenissima nonché nucleo fondante del Museo Archeologico Nazionale veneziano (e all’incursione, sempre nel 2019, di Helen Frankenthaler), il palazzo è uscito dall’ombra.

Il dialogo tra antico e contemporaneo si rafforza ora con l’arrivo dall’Archeologico di 20 sculture nella Sala del Doge. Tra queste il gruppo raffigurante Dioniso appoggiato a un satiro della seconda metà del II secolo d.C. Altre 11 sono allestite nelle sale attigue per la cura di Daniele Ferrara e Toto Bergamo Rossi. Al piano nobile è invece la personale di Georg Baselitz.

Tra i lavori più recenti anche 12 tele realizzate per la Sala del Portego che abitano le originali cornici settecentesche a stucco. Un omaggio dell’artista tedesco a Venezia e che trae ispirazione dal ritratto, realizzato nel 1558 da Tiziano Vecellio, del cardinale Filippo Archinto. È a quest’ultimo che rimanda il titolo della mostra curata da Mario Codognato («Georg Baselitz. Archinto») che si protrarrà sino al 27 novembre 2022 in virtù di un accordo di comodato a lungo termine.

© Riproduzione riservata George Baselitz, installation view di «Archinto lacht», 2021. © Georg Baselitz. Foto Matteo De Fina, Courtesy Gagosian
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