Cinetici ironici all'Art Forum Würth

Le diverse declinazioni dell’Astrattismo e del movimento ottico-cinetico nelle opere della collezione

Un'opera a quattro mani di Jean Tinguley e Niki de Saint-Phalle
Francesca Romana Morelli |  | Roma

Avviata negli anni Sessanta da Reinhold Würth con l’acquisto di un acquarello di Emil Nolde, la collezione della società di famiglia del Gruppo tedesco Würth comprende oltre diciottomila opere perlopiù di arte contemporanea, incrociando correnti, singoli autori, temi. Dopo la galleria inaugurata nel 1991 nella casa madre, le filiali europee nel tempo hanno aperto un loro spazio.

Dal 10 maggio fino all’8 ottobre 2022 a Capena, Art Forum Würth presenta «[E]motion. Op Art, Arte Cinetica e Light Art» ideata da Sylvia Weber e Sonja Klee, rispettivamente direttrice e curatrice della collezione aziendale, mentre le 35 opere esposte sono state selezionate dallo staff locale, coordinato da Valentina Spagnuolo.

«Il lungo rapporto della celebre gallerista Denise René con Reinhold Würth gettò le basi affinché le diverse declinazioni dell’Astrattismo fossero ben rappresentate nella nostra raccolta, spiega Sylvia Weber. In epoca più recente sono state acquisite nuove e significative opere. Così la mostra, oltre a evidenziare il nodo tra arte e scienza, permette di far luce anche sugli aspetti ludici e ironici del movimento ottico-cinetico».

Si va da un olio della serie «Homage to the Square» (1964) di Josef Albers a un Mobile di Calder, «Red Crescent with Orange and Black» (con tanto di istruzioni dell’artista per appenderlo), da quattro straordinari pezzi di François Morellet eseguiti tra il 1962 e il 2001 a un grande «Teatrino» (1965) di Lucio Fontana e a una scultura meccanica, «L’illumination» (1988), realizzata a quattro mani di Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, ma non mancano opera di Kupka, Soto, Jacobsen, Vasarely e Uecker.

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