Ci vuole una nuova classe dirigente museale

La funzione museale post Covid-19

Il Temporary Shop al MaXXI di Roma
Elena Franzoia |

La fruizione museale post Covid-19 è il tema affrontato da Domenico Piraina (direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici del Comune di Milano e direttore di Palazzo Reale) e Maurizio Vanni (docente di Museologia e direttore del Lucca Center of Contemporary Art) nel volume La nuova museologia: le opportunità nell’incertezza (Celid), che raccoglie con taglio multidisciplinare visioni ed esperienze italiane e internazionali.

«Come ha confermato la Convenzione di Faro, il museo è un organismo vivente inscindibile dalla società, la cui sostenibilità comprende cura della persona, promozione delle diversità culturali, rafforzamento delle coesione sociale, afferma Piraina. Avendo colpito proprio la socialità e innescato paure che permarranno nel tempo, la pandemia rende ancora più necessario radicare i musei ai territori.

Saranno sempre più fondamentali l’arricchimento delle funzioni e il turn over delle proposte come stimoli a una
frequentazione continuativa e non occasionale, in grado di intercettare quel 70% della popolazione italiana che non visita i musei. Dovrà diventare usuale non solo accogliere pubblici specifici come le persone affette da disabilità, Alzheimer o autismo, grazie ad esempio ai benefici terapeutici dell’arte, ma anche valorizzare la biodiversità culturale e cioè opere e artisti legati ai territori».

«Per ora non esistono veri modelli di ripartenza, precisa Vanni. I segnali più interessanti vengono da altri settori oggi vivacissimi come il sociale, in cui si stanno definendo nuove priorità e consapevolezze di genere. Ad esempio tra le donne, sempre più coese nell’affrontare questa imprevista realtà. La stessa pandemia che ci ha appiattito spero ci porti a sviluppare uno spirito comune e le relazioni.

Data però la voragine che il Covid-19 ha scavato nel cratere della crisi del 2007 mi auguro che altre risposte arrivino dall’economia. In particolare da quelle Pmi artigianali e manifatturiere, attente e creative, che sappiano confrontarsi con la crescita sostenibile, il progetto etico e responsabile. Sarà infatti necessario formare una nuova classe dirigente museale che affianchi agli amministratori pubblici nuove figure manageriali, non nella logica dei megadirettori stranieri ma di una sinergia pubblico-privato che vada ben oltre l’ArtBonus
».

La nuova museologia: le opportunità nell’incertezza. Verso uno sviluppo sostenibile
di Domenico Piraina e Maurizio Vanni, 247 pp., Celid, Torino 2020, € 18

© Riproduzione riservata Domenico Piraina Maurizio Vanni
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