L’arte nelle città del futuro

Un ciclo di incontri a Prato con amministratori pubblici, urbanisti, architetti ed artisti

Anthony Gormley «SHY», foto di Ela Bilakowska, OKNO studio
Redazione |  | Prato

«È questa una concessione che si fa ai tempi andati: mescolare vicende divine ed umane per rendere più autorevoli gli inizi di una città», così diceva Livio nell’«Ab Urbe Condita», riferendosi alle origini dell’urbe per eccellenza, Roma. Che cosa sia una città è una domanda che ci siamo posti per secoli e che dobbiamo continuare a considerare centrale nelle nostre vite di cittadini. La città ci ospita, vive con noi, respira, e deve connettere le nostre vite.

A questo proposito, il Comune di Prato, la Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana e l’Associazione “Arte Continua”, hanno inaugurato a dicembre dello scorso anno, nella Piazza del Duomo di Prato, l’opera di Anthony Gormley «SHY», una scultura di (quasi) 4 metri, realizzata nell’usuale ghisa, materiale che richiama la rivoluzione industriale. SHY (in inglese significa «timido») è quasi umano: dinoccolato, silente, immobile, è un monito: sembra domandarci «che posizione vuoi avere in questa piazza, in questa città?».

Nell’ambito di questo progetto (l’opera rimarrà collocata a Prato fino al luglio 2021), si inserisce il ciclo di incontri «Le città del futuro», un ciclo di webinar (maledetta pandemia) con cadenza mensile per discutere e porre in relazione tra loro, sulla scacchiera dello sviluppo urbano, tematiche quali l’arte, la tecnologia, la responsabilità sociale, la circolarità, la forestazione, la ruralizzazione e la rigenerazione urbana.

Oggi, sperabilmente vicini alla fine di questo incubo chiamato Covid-19, ereditiamo un mondo minacciato da tematiche di natura ecologica, che può contare, la sfida dei vaccini lo ha dimostrato, su una comunità globale che sa trovare soluzioni e su possibilità tecnologiche una volta impensabili: connessioni veloci e intelligenti, circolarità, riuso e riciclo. Partendo proprio da queste considerazioni «Le città del futuro» si propone di far dialogare artisti della comunità internazionale con amministratori pubblici, imprenditori, economisti, direttori di istituzioni culturali, urbanisti, scienziati e altri autorevoli protagonisti del nostro tempo.

Il ciclo di incontri, che ha preso il via sabato 30 gennaio, si svolge con cadenza mensile, l’ultimo sabato di ogni mese. Al ciclo di incontri, hanno dato la loro adesione gli artisti Loris Cecchini, Maria Thereza Alves, Formafantasma, Tomas Saraceno, David Tremlett, Tobias Rehberger, Daniel Buren, Cai Guo-Qiang, Antony Gormley.

Quando venne fondata la Comunità Europea, i leader di allora, Romano Prodi ed Helmut Kohl su tutti, crearono una tavola rotonda di pensatori per creare, disegnare, sintetizzare i valori comuni europei: pietra fondante di quello che sarebbe venuto dopo. I simposi, è vero, hanno questo scopo: creare valore per le comunità, mettere in circolo ed in moto idee.

© Riproduzione riservata Anthony Gormley «SHY», foto di Ela Bilakowska, OKNO studio
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